Samsung TV, unitamente alle società LG e Vizio, si sta rendendo protagonista dell’ennesima vicenda che la coinvolge (in territorio statunitense) nel caso dei falsati dichiarati consumi dei loro prodotti TV da intrattenimento. Di fatto, lo studio condotto dalla Natural Resources Defense Council (NRDC) pare aver portato in evidenza le discrepanze sulle classi energetiche dei device, erroneamente riportate in negativo sulle apposte etichette previste a corredo dei TV.
Sotto accusa, quindi, i marchi sopra citati che, a loro difesa, si esprimono dicendo che i dati ivi riportati fanno riferimento a dei preset ottimali e che, un utilizzo diversificato rispetto a questi, esula dai dati riportati che a tal fine dovrebbero essere quanto meno segnalati in un contesto reale idi utilizzo tipico.
Le problematiche sollevate dalla ricerca di NRDC, sebbene non coinvolta direttamente, hanno portato ad un’azione collettiva lato utenti contro Samsung e le altre società verso cui si richiedono chiarimenti in merito ai dati di fabbrica riportati e che, a detta degli utenti, dovevano quanto meno essere riportati in chiaro sulle etichette.
La Class Action intentata contro i produttori afferma di non aver ricevuto adeguate informazioni all’atto dell’acquisto e che i TV riportino consumi diversi a seconda della modalità di utilizzo, variabile rispetto alle condizioni di base, che non tengono conto delle ottimizzazioni introdotte per il risparmio energetico dei dispositivi.
In definitiva, Samsung Electronics, LG e Vizio non avrebbero provveduto a fornire le necessarie informazioni richieste a tempo debito.
Ad ogni modo la vicenda non è una vera e propria novità, è noto infatti che i parametri di luminosità, HDR ON/OFF e compensazione del moto influiscono sui consumi e variano rispetto ai parametri di classe forniti in origine. La richiesta energetica, in tale ottica, varia al variare dei parametri introdotti e dal numero di ottimizzazioni. Su questo, nessun dubbio.
Secondo Kevin Miller, ISF Technical Consultant, la modalità Eco non rende bene l’idea di qualità d’immagine e le società sarebbero tenute, quindi, ad adottare un comportamento che sia ampio spazio alla trasparenza, prevedendo un alert a schermo che informi del fatto che le modifiche introdotte falsano le misure di contenimento energetico. In tal caso, l’interessato potrebbe vertere le proprie scelte sulle Modalità ECO o richiedere prestazioni visive migliorate a fronte di un consumo superiore.
Secondo l’esperienza, non vi è un metodo migliore per ottenere il giusto compromesso tra prestazioni e risparmio attuando le giuste misure di regolazione dei parametri, senza sacrificare né l’una né l’altra parte. Voi che cosa ne pensate in proposito? Diteci la vostra.
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