Negli ultimi anni, i produttori di smartphone hanno implementato molte innovative funzionalità per consentire agli utenti di proteggere i propri dispositivi, attraverso l’uso di sensori di impronte digitali o la mappatura del volto. Tuttavia, ci sono ancora diversi modi per aggirare queste misure, come testimonia un utente che è riuscito ad ingannare il sensore di impronte del suo Samsung Galaxy S10 con una stampa 3D delle sue impronte digitali.
Un espediente molto semplice, ma altrettanto efficace
In un post su Imgur, l’utente Darkshark ha spiegato il procedimento: ha scattato una foto di una sua impronta digitale lasciata su un bicchiere, l’ha sviluppata su Photoshop e ne ha realizzato un modello in 3D. Dopo un processo di stampa durato 13 minuti, è stato in grado di creare una riproduzione fisica della sua impronta digitale, con cui ha ingannato il sensore del telefono.
Il sensore di impronte digitali del Galaxy S10 non si basa su uno scanner di impronte digitali capacitivo utilizzato da altri smartphone, come ad esempio iPhone XS, utilizzando invece un sensore ultrasonico, più difficile da eludere (almeno sulla carta). Darkshark, ironicamente, sottolinea che non ci è voluto poi molto per falsificare la propria impronta.
Le inevitabili ripercussioni sulla sicurezza digitale
La preoccupazione principale però è che le app con cui si effettuano pagamenti e si gestiscono le proprie carte di credito utilizzano sempre più un sistema di autenticazione a mezzo un sensore di impronte digitali, perchè nel momento in cui tutto ciò di si ha bisogno per sbloccare un telefono è una fotografia e una stampante 3D, possono crearsi situazioni molto serie.
Per fortuna però, aggirare i sensori di un telefono non risulta utile solo al malintenzionato di turno, ma anche in sede di indagini delle pubbliche autorità: in un caso di omicidio risalente al 2016, la polizia ha infatti usato una stampa 3D per entrare nel cellulare di una vittima per trarre vitali informazioni. Questo conferma ancora una volta l’importanza del progresso tecnologico e della sua sempre crescente presenza nella nostra quotidianità, ma anche quanto esso possa essere pericoloso qualora utilizzato impropriamente.