Schizofrenia, trovato un collegamento con una proteina trasportatrice

Una grande proteina trasportatrice, rinominata ABCA13, ha collegamenti diretti con il disturbo mentale della schizofrenia

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Gli scienziati sospettano da tempo che le mutazioni in una proteina di trasporto del colesterolo cellulare siano associate a disturbi psichiatrici, come la schizofrenia. In merito a ciò, un gruppo di scienziati ha fornito prove che i topi con proteina ABCA13 interrotta dimostrano un comportamento caratteristico della schizofrenia. Il team ha studiato le funzioni di essa e ha pubblicato i risultati sul Journal of Biological Chemistry. Vediamo di seguito cosa è emerso in questa interessante ricerca.

 

Schizofrenia e la proteina ABCA13

ABCA13 appartiene a una famiglia di proteine ​​trasportatrici cellulari chiamate proteine ​​ATP-binding cassette (ABC), che sono coinvolte nel movimento del colesterolo e di altre molecole dentro e fuori le cellule. Ueda, autore principale dello studio, ed il suo team studiano le proteine ​​ABC da oltre 35 anni, per scoprire i ruoli sfuggenti di quella che si sospetta essere la più grande di queste proteine, ABCA13.

Gli scienziati hanno studiato ABCA13 in diversi tipi di cellule umane. Hanno anche disattivato il gene che codifica per la proteina nei topi. Il team ha scoperto che la grande proteina era localizzata nelle vescicole cellulari e aiuta a trasportare il colesterolo dalla membrana cellulare alle vescicole. “Abbiamo scoperto che ABCA13 accelera l’internalizzazione del colesterolo nelle cellule e che la sua perdita di funzione è associata alla fisiopatologia di alcuni disturbi psichiatrici”, afferma Ueda.

Gli scienziati volevano inoltre sapere in che modo la delezione di ABCA13 ha influenzato le cellule nervose nel cervello. Hanno scoperto che le vescicole nelle terminazioni nervose cerebrali nei topi privi di ABCA13 non accumulavano colesterolo. Le vescicole dei nervi sinaptici sono vitali per la trasmissione di informazioni da un nervo all’altro, quindi questo malfunzionamento potrebbe contribuire alla fisiopatologia dei disturbi psichiatrici, dicono i ricercatori.

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