Scoperta in una tomba egizia la più antica “mappa” degli inferi

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Nel 2012, gli archeologi hanno aperto una tomba nella necropoli egizia centrale di Dayr al-Barsha. Sebbene gran parte dei contenuti siano stati saccheggiati o divorati da funghi, gli esperti hanno scoperto che una delle bare era incisa con il testo di The Book of Two Ways, una misteriosa “guida” illustrata per gli inferi.

Un nuovo studio, i cui risultati sono stati pubblicati su The Journal of Egyptian Archaeology, suggerisce che potrebbe anche essere la più antica copia conosciuta di “The Book of Two Ways“. La copia risale almeno a quattromila anni fa. I ricercatori lo sanno perché la tomba contiene iscrizioni che menzionano Djehutinakht I, un ex nomade – governatore provinciale – tra il 21° e il 20° secolo a.C. Sebbene in precedenza si ritenesse che la bara contenesse il corpo di Djehutinakht I, questo studio evidenzia che il corpo apparteneva a una donna d’élite sconosciuta di nome Ankh

 

La storia di una tomba

Sembra che la tomba sia stata più volte visitata dai ladri, che hanno sparso gran parte del contenuto della tomba in tutta la camera e rimosso solo alcuni oggetti di valore. Tuttavia, gli archeologi sono riusciti a recuperare due pannelli di legno, completi di alcune righe di testo geroglifico. I frammenti di testo erano piccole sezioni di The Book of Two Ways.

I ricercatori hanno già scoperto le versioni del libro, ma si ritiene che questa sia l’esempio più antico trovato finora. Scritte per i funzionari del Medio Regno e dei loro subordinati, copie del testo arcaico furono trovate anche sulle pareti di tombe, papiri, maschere di mummia e altre bare.

Il nome del testo si riferisce alle due rotte attraverso le quali i morti possono navigare verso gli inferi, cercare protezione dagli esseri soprannaturali ed entrare nel regno di Osiride, il dio egizio degli inferi e giudice dei morti.

Il libro fa parte di un vasto corpus di lavori noto come The Coffin Texts, che comprende 1.185 incantesimi e scritti religiosi sull’aldilà. I testi sono anche uno dei corpi di lavoro che compongono The Book of the Dead, l’antica collezione egiziana di testi funerari composta da incantesimi legati alla vita.

Tuttavia, poco è completamente compreso sui testi. C’è il rischio di fare ipotesi culturali aderenti ad una vecchia idea con la nostra mentalità del 21° secolo. Tuttavia, indipendentemente dalla sua interpretazione precisa, The Book of Two Ways serve da forte richiamo al modo in cui la morte e l’aldilà abbiano avuto un ruolo importante nell’immaginazione culturale degli esseri umani.

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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