Segnali radio provenienti dallo spazio: chi o cosa li invia?

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Il lampo radio veloce rappresenta uno dei più grandi misteri della moderna astronomia: cosa o chi nell’universo sta trasmettendo per il cosmo brevi lampi di energia radio? Manisha Caleb, PhD presso l’Australian Nation University, ha confermato che il mistero di questo fenomeno, che da dieci anni impegna gli astronomi, risiede nello spazio cosmico.

La Caleb ha lavorato con colleghi dell’Università di Swinburne e Sidney per identificare tre di questi lampi radio veloci grazie al radiotelescopio Molonglo, ubicato a 40 chilometri dalla capitale australiana Canberra. Uno studio che ha fornito ulteriori informazioni sull’universo, scopriamo insieme i risultati ottenuti.

I segnali radio misteriosi che mettono gli astronomi in difficoltà

Scoperti quasi un decennio fa dal radiotelescopio Parkes, i lampi radio veloci sono impulsi intensi dalla durata di alcuni millisecondi, si tratta di impulsi provenienti da distanze molto ampie. Sono circa un miliardo di volte più luminosi di qualsiasi cosa possiamo vedere nella nostra Via Lattea.

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Un mistero, molti ritengono questi famosi una prova dell’esistenza degli alieni, ma la spiegazione potrebbe essere molto più semplice. Alcuni studiosi infatti reputano che si tratti di una forma di interferenza che inganna gli osservatori in cerca di risposte. “La più bizzarra spiegazione del fenomeno è quella che le considera trasmissioni aliene” ha dichiarato il Professore Matthew Bailes.

Molonglo ha aperto una nuova finestra sull’universo, grazie a un’area di 18 mila metri quadrati e un ampio campo visivo, questo obiettivo può catturare dettagli in precedenza impossibili da vedere. Il progetto di Miss Caleb è basato sullo di un software in grado di gestire gli oltre 1000 Terabyte raccolti ogni giorno.

Un progetto di successo, visto che ha portato alla scoperta di tre lampi radio veloci ed è solo l’inizio: “Capire come questi lampi nascano è la chiave per comprendere la loro natura, solo uno di questi impulsi è stato collegato a una specifica galassia. Ci aspettiamo – conclude la Professoressa Caleb – che Molonglo ne scopra ancora tanti”.

Fonte: spacedaily.com

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