Anche se troppo poco se ne sente parlare, da mesi le foreste della Siberia sono avvolte dalle fiamme. Gli incendi hanno divorato quasi 32 milioni di ettari di foresta nelle regioni di Irkutsk, Krasnoyarsk, Sakha e Buryatia, che hanno dichiarato lo stato d’emergenza. Gli animali scappano disoirentati o muoiono nei roghi. Il fumo ha avvolto le città di queste regioni mettendo a rischio la salute sopratutto di anziani e bambini, e non solo, ha ormai oltrepassato lo stretto di Bering raggiungendo il Nord America.
Il fumo ha raggiunto il Nord America
Le autorità americane non si dicono ancora preoccupate, poiché la NASA ritiene che le polveri e la cenere, stiano viaggiando ad un altitudine tale da non inficiare sulla qualità dell’aria negli USA. Secondo il meteorologo NASA, Colin Seftor, bisognerà preoccuparsi solo se le correnti dovessero cambiare e spingere le ceneri verso il basso.
Nel frattempo la Siberia continua a bruciare ed il fumo aumenta. Fino ad ora ha circondato oltre 800 città e le autorità russe si trovano nell’impossibilità di intervenire in queste remote regioni, dove i costi ed i rischi degli interventi non valgono i pochi benefici che si otterrebbero. Ed è così che uno dei luoghi più freddi della Terra si è trasformato in un inferno di alberi in fiamme da cui, secondo testimoni, escono animali in fiamme o con la pelliccia bruciacchiata, in fuga da un delirio di fuoco.
Pioggia: l’unica speranza per la Siberia
L’unica speranza è che l’anticiclone bloccante, che ferma le perturbazioni, lasci la zona e che forti rovesci possano spegnere almeno parte dei roghi. Anche se al momento i grandi incendi hanno rilasciato nell’aria enormi quantità di CO2, che aumenta l’effetto serra ed il caldo nella zona, alimentando gli incendi.
La NASA ha infatti dichiarato che solo in Giugno sono stati emessi circa 50 megatoni di gas serra. Inoltre c’è preoccupazione anche per un’altra sostanza immessa nell’aria, il nerofumo. Una sostanza molto tossica sia per gli uomini che per gli animali. Il fatto che gli incendi continuino ormai da mesi, fa si che le sostanze tossiche rilasciate nell’atmosfera vi rimangano per lungo tempo, provocando l’aumento della temperatura perdurato nei giorni, il che fa si che si verifichino dei cambiamenti climatici e meteorologici.