Nonostante decenni di progresso tecnologico, la Terra rimane un mondo misterioso, soprattutto sotto la superficie del mare. Un nuovo studio pubblicato su Science Advances svela un dato sorprendente: solo lo 0,001% dei fondali oceanici è stato osservato direttamente dall’uomo.
Un pianeta ancora in gran parte sconosciuto
Gli oceani coprono oltre il 70% della superficie terrestre, ma la maggior parte di questo spazio – circa il 93% – è costituita da fondali profondi, situati oltre i 200 metri di profondità. Ed è proprio lì che si cela l’enigma: nonostante l’uso di sonar e satelliti, l’esplorazione diretta resta un’impresa rara e limitata.
La ricerca ha analizzato oltre 43.000 registrazioni di immersioni profonde, scoprendo che in quasi 70 anni sono stati osservati solo minuscoli frammenti del mondo sommerso.
Una geografia distorta dalle immersioni localizzate
Secondo la ricercatrice Katherine Bell dell’Ocean Discovery League, il 71% delle immersioni effettuate finora si è concentrato intorno a tre Paesi: Stati Uniti, Giappone e Nuova Zelanda. Al contrario, le acque internazionali, che rappresentano i mari aperti del mondo, hanno ospitato meno del 20% delle esplorazioni.
Una simile concentrazione geografica rende la nostra comprensione dell’ambiente marino profondamente sbilanciata. È come se sulla terraferma avessimo esplorato solo Nord America e Giappone, lasciando ignote le savane africane o le foreste tropicali asiatiche.
Ecosistemi alieni nel cuore dell’oceano
Bell sottolinea come nelle profondità marine possano esistere interi ecosistemi ignoti, alimentati da sorgenti idrotermali, ricche di minerali e calore, capaci di sostenere forme di vita che non dipendono dalla luce solare.
Queste “oasi oscure” potrebbero cambiare radicalmente le nostre idee sull’origine della vita e persino ispirare nuove tecnologie biomediche o industriali.
Una nuova frontiera della conoscenza
Lo studio lancia un appello alla comunità scientifica internazionale: è urgente pianificare missioni in aree meno studiate e utilizzare tecnologie a basso costo per rendere l’esplorazione dei fondali più accessibile.
Il mare, che per secoli abbiamo considerato conosciuto e cartografato, è ancora una frontiera misteriosa, più aliena dello spazio stesso.
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