La diagnosi di sordità è infima. Nel momento in cui vengono visti i sintomi più palesi, la causa che sta causando la condizione è già parecchio avanti ed è difficile mitigare il fenomeno. Si parla di sintomi che possono presentarsi di fato anche dopo vent’anni dalla reale insorgenza del problema. Secondo un nuovo studio però, c’è un indizio che potrebbe suggerire con ampio anticipo questo possibile scenario. La risposa arriverebbe dagli occhi.
La sordità quindi potrebbe in futuro venir diagnostica grazie a un esame dell’occhio, alla ricerca di una specifica informazione. Un fenomeno tipico dell’uomo è la riduzione dei movimenti oculari nel mondo in cui ci si ferma a pensare intensamente, o comunque ci si concentra su qualcosa. È stato visto come concentrarsi proprio su una fonte audio non precisa porta a una riduzione dei suddetti movimenti,
Sordità: tra mente, orecchio e occhi
Da questi, con una serie di esperimenti, hanno ipotizzato che questo aspetto può risultare un sintomo silente dell’inizio della sordità. Ovviamene non sempre concentrarsi tanto da ridurre i movimenti indica problemi di udito, ma può risultare un nuovo metodo di indagine.
Le parole dei ricercatori: “Da un punto di vista clinico, il prossimo passo sarà sicuramente quello di indagare se i movimenti oculari indicano anche uno sforzo di ascolto negli anziani, perché questa è la popolazione per la quale il nostro nuovo approccio potrebbe essere più utile. Inoltre, abbiamo intenzione di indagare se i movimenti oculari indicano uno sforzo di ascolto ridotto quando le persone sono trattate con apparecchi acustici; poiché ciò potrebbe aiutare a valutare quanto una persona trae beneficio dalla prescrizione di apparecchi acustici.”