Tutto ciò che è stato messo in orbita dagli esseri umani devo fare i conti con una costante ovvero l’essere colpiti da oggetti random. Che siano detriti spaziale artificiali o piccoli meteoriti non importa in quanto la pericolosità risulta essere la stessa. Sono come dei proiettili che viaggiando ad alta velocità finiscono per bucare tutto quello sulla loro strada ed è apparentemente quello che è successo diversi mesi fa alla navicella Soyuz in sosta alla Stazione Spaziale Internazionale.
La situazione ha causato ovviamente preoccupazione è quindi ha necessitato una missione particolare, prima di esplorazione della navicella e poi a seguire l’eventuale riparazione, cosa che è effettivamente avvenuta. Per la riuscita del tutto ci sono volute ben 7 ore di tempo e l’impresa è stata portata a termine dai due cosmonauti russi. Senza le riparazioni non sarebbero mai potuti tornare sulla terra in quanto al rientro nell’atmosfera sarebbe esplosa.
La procedura è stata complessa in quanto ci sono voluti diversi passaggi tra la rimozioni di alcuni strati nella zona danneggiata/forata e l’utilizzo di diversa attrezzatura; c’era da togliere sia il rivestimento isolante che il metallo all’esterno e all’interno della navicella con particolare attenzione ai frammenti di metallo i quali avrebbero potuto danneggiare le tute esponendo gli astronauti al vuoto dello spazio.
Ovviamente la passeggiata in se è stato successiva e prima e dopo la riparazione, ma anche durante, c’è stata la possibilità di fare delle foto suggestive. In ogni caso tutto è andato per il verso giusto anche se per il rientro sulla Terra ci sarà sempre un minimo di apprensione.
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