Le tartarughe marine sono famose per fare affidamento sulle firme magnetiche per trovare la loro strada attraverso migliaia di miglia fino alle spiagge dove sono nate. Ora, i ricercatori hanno riportato sulla rivista Current Biology alcune prime prove concrete che gli squali si affidano anche loro ai campi magnetici per le loro incursioni a lunga distanza attraverso il mare.
“Non è stato risolto il modo in cui gli squali sono riusciti a navigare con successo durante la migrazione verso località mirate”, ha affermato Bryan Keller, capo del progetto della Save Our Seas Foundation. “Questa ricerca supporta la teoria secondo cui usano il campo magnetico terrestre per trovare la loro strada; hanno un GPS naturale.”
I ricercatori sapevano che alcune specie di squali viaggiano su lunghe distanze per raggiungere anno dopo anno luoghi molto specifici. Sapevano anche che gli squali sono sensibili ai campi elettromagnetici. Di conseguenza, gli scienziati avevano a lungo ipotizzato che gli squali usassero i campi magnetici per navigare. Ma la sfida era trovare un modo per testarlo sugli squali. Keller si rese conto che gli studi necessari sarebbero stati più facili da fare negli squali più piccoli. Avevano anche bisogno di una specie nota per il ritorno ogni anno in luoghi specifici. Lui e i suoi colleghi hanno optato per lo Squalo Martello dal Berretto (Sphyrna tiburo).
La domanda quindi era se lo Squalo Martello dal Berretto gestisse quei viaggi di ritorno facendo affidamento su una mappa magnetica. Per scoprirlo, i ricercatori hanno utilizzato esperimenti di spostamento magnetico per testare 20 giovani squali catturati in natura. Nei loro studi, hanno esposto gli squali a condizioni magnetiche che rappresentano luoghi a centinaia di chilometri di distanza da dove sono stati effettivamente catturati. Tali studi consentono previsioni dirette su come gli squali dovrebbero successivamente orientarsi se si affidassero effettivamente a segnali magnetici.
Capire gli spostamenti degli squali
I ricercatori hanno previsto l’orientamento verso nord nel campo magnetico meridionale e l’orientamento verso sud nel campo magnetico settentrionale, poiché gli squali hanno tentato di compensare il loro spostamento percepito. Non hanno previsto alcuna preferenza di orientamento quando gli squali sono stati esposti al campo magnetico corrispondente al loro sito di cattura. E, si è scoperto, che gli squali hanno agito come avevano previsto quando esposti a campi nel loro raggio d’azione naturale.
I ricercatori suggeriscono che questa capacità di navigare in base ai campi magnetici possa anche contribuire alla struttura della popolazione degli squali. I risultati sugli Squali Martello dal Berretto probabilmente aiuterebbero anche a spiegare le imprese impressionanti di altre specie di squali. Ad esempio, è stato documentato che un grande squalo bianco è migrato tra il Sud Africa e l’Australia, tornando nella stessa esatta posizione l’anno successivo.
In studi futuri, Keller dice che vorrebbe esplorare gli effetti dei campi magnetici da fonti antropiche come i cavi sottomarini sugli squali. Vorrebbero anche studiare se e come gli squali si affidano ai segnali magnetici non solo durante la migrazione a lunga distanza, ma anche durante il loro comportamento quotidiano.