La stampa 3D è una tecnologia che sta pian piano entrando nelle nostre case, le applicazioni domestiche riguardano piccoli oggetti di uso comune, tra gli esempi classici possiamo trovare pezzi di ricambio o piccoli accessori di plastica, ma c’è molto altro. Una stampante 3D presto sarà in grado di salvare vite, questo l’auspicio del team che lavora presso il Murdoch Childrens Research Institute di Melbourne.
Lo staff ha già sviluppato un “mini rene” ottenuto da cellule staminali, ma adesso intende usare la stampante 3D per creare tessuti renali per comprendere al meglio i meccanismi che si celano dietro le patologie e testare cure da effettuare su pazienti.
La stampa 3D al servizio della medicina
Melissa Little, dirigente MCRI, dichiara che sono 25 le tipologie di cellule nel rene umano, ciascuna delle quali svolge una mansione diversa, si tratta quindi di un organo non semplice da riprodurre. Strutture delicate – prosegue – che lavorano propriamente solo quando tutte le cellule si trovano nel posto giusto.
Il progetto è quello di utilizzare staminali per creare le varie tipologie di cellula necessarie, poi utilizzare la stampante per posizionarle adeguatamente. Tramite questa tecnologia, so spera di migliorare le capacità diagnostiche e sviluppare nuovi cambiamenti. “Nell’arco dei prossimi 10/15 anni spero che saremo in grado di sviluppare tessuti trapiantabili” ha dichiarato la studiosa.
La strada è ancora lunga, ma il percorso è iniziato. La stampante 3D, creata ad hoc per l’MCRI dalla compagnia americana Organovo, è stata svelata in queste ore alla presenza del ministro della sanità. Una nuova speranza per chi aspetta un trapianto.