L‘alto tasso di suicidi del Giappone è un problema risaputo, ma negli ultimi anni il governo era riuscito a migliore la situazione. L’arrivo della pandemia ha però iniziato a stravolgere il tutto e a ottobre sono si sono registrati più tassi di suicidio che numero di morti a causa del Covid-19, la malattia causata dal coronavirus. Si tratta di 2.153 suicidi contro 1.880.
Questo tracollo è dovuto a diversi fattori. Fino alla fine di giugno i sucidi erano diminuiti il che è strano visto che era il momento peggiore della pandemia per il paese. Se da un lato era così però, dall’altro c’erano altri aspetti che andavano a mitigare il fenomeno. Il governo nei primi mesi era più attento.
Venivano elargiti più aiuti per poter superare la crisi e la sensazione di essere tutti sulla stessa barca aiutava in un certo senso il morale. Quando però la situazione è andata a migliorare e il governo ha diminuito certe manovre di sussidio, il numero ha iniziato a salire. Da luglio in avanti è stata un crescita costante.
Suicidi: un effetto secondario della pandemia
Se da un lato il Giappone era abituato a vedere questi numeri, non bisogna dimenticare che sono aumentati a causa della pandemia la quale ha messo in gravi crisi economica molte persone, ma non solo. La mancanza di contatti sociali e altri fatto di stress per la salute mentale hanno contribuito a creare una situazione difficile da sopportare.
Diversi studi hanno mostrato come in tutti paesi più colpiti dal virus la salute mentale si stia degradando rapidamente. Per esempio, un sondaggio negli Stati Uniti ha mostrato che il 53% degli adulti di aver sofferto di problemi di salute mentale in questo periodo. Un altro dato importante, per esempio, è che le prescrizione per antidepressivi sono aumentate del 14% rispetto a gennaio.
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