Sviluppata app che riproduce gli effetti dei farmaci utilizzando lo smartphone

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Una nuova applicazione promette di riprodurre effetti simili a quelli dei farmaci utilizzando solo lo smartphone. L’app utilizza la torcia del telefono per mettere l’utente in uno stato di meditazione psichedelica. Se qualcuno è mai stato curioso di sperimentare gli effetti dei farmaci, senza le potenziali conseguenze dannose, questa potrebbe essere la soluzione al problema. E si chiama Lumenate la nuova applicazione che promette questa esperienza.

Lumenate afferma di poter cambiare i ritmi del cervello con la torcia del telefono cellulare, mettendo gli utenti in uno stato tra la meditazione psichedelica alta e profonda. A differenza dell’LSD, i cui effetti possono persistere per sette ore, l’app può essere spenta con un semplice movimento delle dita.

Usare la luce oscillante per cambiare lo stato di coscienza non è esattamente una novità. Si dice che il profeta Nostradamus, ad esempio, abbia avuto le sue visioni guardando il sole.

 

La macchina dei sogni

Dreamachine, la “macchina dei sogni”, è un dispositivo di luce, creato dall’artista Brion Gysin e dallo scienziato Ian Sommerville nel 1962, che produce uno stimolo visivo. La macchina del sogno deve essere “vista” ad occhi chiusi, poiché la luce stimola il nervo ottico e altera le oscillazioni elettriche del cervello, inducendo la persona in uno stato di allucinazione ipnagogica. Seguendo gli stessi principi di Dreamachine, Lumenate offre un’esperienza simile per il semplice utente di smartphone.

A un livello base, quando la luce lampeggia, anche il cervello lampeggia in sincronia, inviando un segnale che qualcosa sta cambiando. A poco a poco questa sincronizzazione con la luce si diffonde attraverso il cervello e permette di inviarla allo stato desiderato.

L’applicazione è stata lanciata il 2 marzo e conta già più di 25mila download. Ed è disponibile sull’App Store per iPhone e su Google Play per Android.

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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