Il nostro pianeta potrebbe avere solo 15 minuti per prepararsi prima che una brutale tempesta solare colpisca il nostro pianeta. L’1 e il 2 settembre 1859, la più potente tempesta geomagnetica mai registrata colpì la Terra. La tempesta fu innescata da un massiccio brillamento solare avvenuto 17 ore prima. Sebbene nessun essere vivente sia stato direttamente colpito, l’evento ha causato una serie di problemi e guasti globali, in un momento in cui il mondo non dipendeva dai sistemi elettronici come fa attualmente.
Quello a cui il mondo ha assistito in quei giorni, ora noto come Carrington Event, è stata un’enorme tempesta geomagnetica, un fenomeno che si verifica quando una grande bolla di gas surriscaldato, chiamata plasma, viene espulsa dalla superficie del Sole e colpisce la Terra. Questa bolla è nota come espulsione di massa coronale.
Eventi come questo, con maggiore o minore intensità, accadono con una certa frequenza. Ma se un evento della portata di Carrington dovesse verificarsi nel nostro tempo, le conseguenze potrebbero essere devastanti: abbattere Internet e le reti elettriche in tutto il mondo e provocare il caos nelle comunicazioni.
In questi giorni, il Sole è stato particolarmente irrequieto. Una tempesta solare, causata da una collisione tra venti solari veloci (che si muovono a circa 500 km al secondo) e venti più lenti, ha colpito la Terra il 7, seguita da scosse di assestamento l’8 e il 9. Pochi giorni prima, una tempesta solare causata da un buco delle dimensioni di un canyon nel Sole potrebbe aver espulso materia a velocità fino a 2,9 milioni di km/h e colpire la Terra.
L’evento che ha colpito la Terra il 7, l’8 e il 9 è stato una piccola tempesta solare, che ha comunque causato dei disturbi nei sistemi elettronici in alcune parti del globo. Ma l’eventuale impatto diretto di una potente tempesta solare potrebbe far precipitare il nostro pianeta nell’oscurità, interrompendo le forniture di elettricità in tutto il mondo.
E il meglio che i meteorologi possono fare in quel momento, ha avvertito la meteorologa britannica Catherine Burnett nel 2017, è avvertire, pochi minuti prima, che l’umanità sta affrontando un completo blackout.
Le espulsioni di massa coronale (CME) dal Sole possono viaggiare in qualsiasi direzione e, se prendono una rotta terrestre, potrebbero avvolgere completamente il nostro pianeta. “Una significativa espulsione di massa coronale impiega 19 ore per raggiungere la Terra“, afferma l’esperto. “Non appena vedessimo un’espulsione lasciare la stella, lo sapremmo solo 15 minuti prima di raggiungere il nostro pianeta, così come i restanti dati sulla direzione magnetica o il suo impatto”.
Nell’agosto dello stesso anno, i ricercatori dell’Università di Harvard hanno calcolato il tempo rimasto fino all’eruzione solare che potrebbe porre fine all’umanità, concludendo che potrebbe accadere nei prossimi 750 anni.
Gli autori dello studio hanno esplorato gli effetti dei super brillamenti sulla storia evolutiva della Terra e di altri pianeti del sistema solare, e sostengono che l’entità del danno economico e tecnologico che una tale eruzione causerebbe sarebbe tale da poter significare la fine dell’umanità. Quindi speriamo che in questi 750 anni l’umanità abbia trovato un modo per proteggersi da un tale “super-flare” – o abbia trovato rifugio su un pianeta lontano.