Qual è il momento migliore per partire da Venezia e dimostrare che la Terra è piatta? Sicuramente durante il lockdown reso necessario dalla pandemia di coronavirus. Se pensate sia uno scherzo, beh sappiate che questo è proprio quello che hanno ritenuto opportuno fare una coppia di terrapiattisti veneziani di mezza età.
Durante il lockdown i due veneziani hanno pensato bene che fosse il caso di salpare alla volta di Lampedusa, che i due ritenevano essere Finis Terrae, ovvero la fine del mondo. Tutto questo solo per cercare di dimostrare che la Terra è piatta ed il mondo finisce a Lampedusa (come se dopo la Sicilia e Lampedusa non sapessimo già che il mondo continua).
In quarantena alla ricerca della fine della Terra… piatta!
Dunque in barba a tutte le restrizioni, fregandosene di tutte quelle persone che sono rimaste a casa, senza lavoro magari e lontano da amici e familiari, i due hanno deciso di mettersi in viaggio con la loro auto fino a Termini Imerese.
Qui hanno venduto la loro auto e hanno comprato una piccola imbarcazione con cui hanno preso il mare facendo rotta su Lampedusa. Una navigazione non semplice da fare con il mezzo poco adatto che i due erano riusciti ad aggiudicarsi. Per raggiungere l’isola infatti dovevano circumnavigare la Sicilia e poi dirigersi ancora a Sud in un tratto di Mediterraneo impegnativo per le loro condizioni di navigazione.
Se violare le regole restrittive che hanno tenuto in casa l’intera Italia per cercare la fine del mondo non era abbastanza, sappiate anche che i due hanno compiuto il loro viaggio orientandosi con la bussola, uno strumento che per un terrapiattista dovrebbe essere un imbroglio della “Lobby della Scienza”. Ma di certo chi nel 2020 ritiene che la Terra sia piatta, difficilmente conoscerà il funzionamento di una bussola e il perché questo non collimi con la teoria di una Terra piatta.
L’infinita odissea dei due terrapiattisti veneziani
L’odissea dei due veneziani non finisce però qui. I due terrapiattisti non raggiungeranno mai Lampedusa. La loro barchetta di fortuna li ha portati soltanto fino ad Ustica, dove sono giunti assetati e senza più forze. La coppia è stata fermata e portata in quarantena, dove vengono affidati a Salvatore Zichichi, un medico dell’ufficio di sanità marittima del Ministero della Salute.
Durante la quarantena i due tentanto la fuga e provano a riprendere il largo con la loro imbarcazione. Ma non passa molto tempo prima che i due si ritrovino in difficoltà in mezzo alle onde (neanche Nettuno doveva essere troppo d’accordo con il loro operato). Di nuovo dunque le autorità sono costrette, nel bel mezzo della quarantena, ad andare a ripescare i due terrapiattisti dalle onde.
Ma l’aver rischiato la vita in mare per due volte non è sufficiente per i terrapiattisti, la loro missione è più importante, anche se nel frattempo siamo tutti rinchiusi in casa senza poter nemmeno andare a lavorare. Quindi i due si danno nuovamente alla fuga e si ritrovano in casa di un altro personaggio alquanto singolare, che sostiene di essere positivo al SARS-CoV-2. Per la fortuna della coppia di terrapiattisti, questa affermazione si è rivelata essere solo la balla di un mitomane.