La lotta al cancro prosegue senza sosta, è una battaglia difficile ma va vinta a tutti i costi. Buone notizie sono arrivate la scorsa settimana da Padova, dove è stata sintetizzata una molecola che uccide solo le cellule malate, oggi vi parliamo del lavoro svolto da Patrizia-Paterlini-Bréchot. Si tratta di un’oncologa di fama mondiale, italiana di nascita ma docente all’Università Paris-Descartes.
Nel corso di un’intervista concessa al “Corriere della Sera”, la dottoressa Paterlini illustra i suoi progetti, partendo dagli inizi fino ad arrivare al suo libro, edito da Mondadori: “Uccidere il cancro”. Scopriamo insieme il lavoro di questo straordinario medico.
Un test anti-cancro che può valere il Nobel
Un paziente malato terminale, un ultimo sguardo e l’accusa di averlo tradito, quel momento cambia per sempre la vita di Patrizia Paterlini, che vola in Francia per studiare biologia molecolare. Poi una scoperta, che a detta dei cronisti potrebbe valere alla dottoressa italiana addirittura il premio Nobel. Ma di cosa si tratta?
Il test Iset (isolation by Size of Tumor Cell) consente di identificare cellule tumorali in pazienti a rischio, molto prima che il male dia segni della sua presenza. Al momento questo strumento ha il prezzo, non certo abbordabile di 486 euro che non vengono coperti dall’assistenza sanitaria.
Un test anti-cancro che potrebbe salvare tante vite e che andrebbe ripetuto ogni sei mesi. Ci sono resistenze però, anche da parte della comunità medica. “Testerei tutta la popolazione gratis – afferma la Paterlini – ma non posso”. Servono finanziamenti ma la studiosa italiana è prudente al riguardo perché vuole mantenere la propria indipendenza.
Una storia di eccellenza, l’ennesima storia di una grande figura scientifica obbligata a lasciare il nostro paese per raggiungere i propri obiettivi: “In Francia ho trovato opportunità che in Italia forse non avrei avuto”. Adesso tutte le sue energie sono focalizzate sul futuro, il test al momento indica la presenza di cellule tumorali nel sangue, il prossimo passo è capire rapidamente quale organo curare.
Fonte: corriere.it