Il tilacino, noto anche come tigre della Tasmania, è il primo animale estinto a cui è stato estratto l’RNA, la molecola che dà vita al genoma di una specie. L’esemplare utilizzato nell’esperimento è un esemplare di 132 anni, conservato in un museo, da cui un team di ricercatori svedesi, ha estratto milioni di filamenti di RNA dalla pelle e dai muscoli.
Il tilacino, l’estinta tigre della Tasmania
Il nome scientifico della tigre della Tasmania è Thylacinus cynocephalus, un marsupiale carnivoro striato, cacciato fino all’estinzione negli anni ’30, sull’isola della Tasmania, in Australia. Probabilmente scomparso in Australia continentale già prima dell’arrivo dei coloni europei, il tilacino sopravvisse in Tasmania dove venne considerato un animale nocivo per gli allevamenti di bestiame e cacciato dai coloni.
Questo fenomeno, incentivato dal sistema di taglie sugli animali uccisi, unito all’alterazione dell’habitat e la competizione con il dingo, portarono la specie all’estinzione nel1936, lo stesso anno in cui la specie venne dichiarata protetta dal governo australiano.
L’importanza di estrarre l’RNA da animali estinti
Il recupero dell’RNA, il materiale genetico che traduce le informazioni codificate nel DNA in proteine, dagli animali estinti come il tilacino potrebbe aprire una miniera di informazioni sull’attività genetica a lungo ritenuta perduta.
Come afferma infatti il ricercatore principale dello studio, Emilio Mármol-Sánchez dell’Università di Stoccolma, “il recupero dei profili di espressione dell’RNA non più esistenti nelle cellule viventi espande la possibilità di approfondire la biologia degli animali estinti.”
Il biologo molecolare Marc Friedländer dell’Università di Stoccolma, anche lui parte del team di ricerca, aggiunge inoltre che “questa è la prima volta che abbiamo intravisto l’esistenza di geni regolatori specifici del tilacino, come i microRNA, che [si sono estinti] più di un secolo fa”.
La differenza nell’estrarre l’RNA, piuttosto che il DNA, di una specie risiede nel fatto che le sequenze di DNA ci dicono quali geni possiede una specie, mentre le sequenze di RNA rivelano quali geni sono effettivamente “accesi” e utilizzati per produrre proteine all’interno delle cellule. Purtroppo però l’RNA è molto più fragile e si rompe molto, molto più velocemente del DNA, quindi il recupero di campioni da esemplari conservati nei musei è davvero molto difficile.
L’estrazione dell’RNA dalla tigre della Tasmania
Mármol-Sánchez ed i suoi colleghi, hanno prelevato sei campioni di muscoli e pelle da un esemplare di tilacino catalogato nel 1891 e conservato presso il Museo di Storia Naturale di Stoccolma. Parte del suo RNA mostra segni di danneggiamento, dovuto alla conservazione o all’utilizzo di sostanze chimiche per l’imbalsamazione. I campioni erano inoltre contaminati con RNA umano e forse batterico, ma i ricercatori sono stati in grado di confermare l’autenticità delle sequenze di RNA della tigre della Tasmania abbinandole al genoma della specie.
Nei campioni muscolari, hanno trovato RNA che codifica per proteine tessuto-specifiche tra cui titina e actina, che consentono alle fibre muscolari di allungarsi e contrarsi, e nella pelle, RNA che codifica per una proteina strutturale chiamata cheratina.
Come spiegano Mármol-Sánchez e colleghi nel loro articolo, “i profili trascrizionali assomigliano molto a quelli delle specie esistenti, rivelando caratteristiche anatomiche specifiche come le fibre muscolari lente [nei campioni di muscolo scheletrico] o l’infiltrazione di sangue”.
L’estrazione dell’RNA da un animale estinto potrebbe aprire la porta per una nuova serie di ricerche sull’evoluzione e sull’utilizzo di tecniche simili per analizzare l’RNA, e la sua evoluzione, in altri organismi, come ad esempio i virus ad RNA.
Ph. Credit: Emilio Mármol Sánchez (fotografia) e Panagiotis Kalogeropoulos (montaggio).
Ph. Credit immagine di copertina: livesteel on YouTube
Fonte: Genome Research