Recensione Mortal Kombat 1, non è il classico picchiaduro

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Mortal Kombat 1 rappresenta la rinascita di NetherRealm, un capitolo che vuole segnare un punto di svolta per la software house, rispondendo agli ultimi titoli delle dirette rivali del settore, Capcom in primis, capaci di sfornare esperienze rinnovate e da una grande ricchezza di contenuti. Vediamolo meglio da vicino nella nostra recensione completa.

 

Trama

I picchiaduro sono in genere caratterizzati da pochissimi accenni al costrutto narrativo, per questo motivo ci stupiamo positivamente della scelta della software house di puntare fortemente sulla narrazione, seguendo in parte anche il trend del momento, che vede gli stessi sviluppatori voler coinvolgere maggiormente anche gli utenti nella campagna single player (e non puntare solamente sul multiplayer).

Mortal Kombat 1 lo possiamo considerare come il successore diretto di Mortal Kombat 11, di conseguenza anche la narrazione riparte da dove si era fermata nel capitolo precedente. Liu Kang ha deciso di “riavviare” l’universo cercando di non tornare in situazioni già vissute in passato (condite con tanta violenza e morte), buoni propositi che si disgregano in pochi minuti, data la comparsa di un avversario che vuole riportare il mondo al passato, cercando in tutti i modi di dare nuovamente potere ai cattivi sconfitti precedentemente. Da qui nasce il susseguirsi di combattimenti, nel corso dei quali ci ritroveremo ad impersonare i più svariati personaggi, intenti a combattere contro le proprie nemesi. Non si tratta di una storia particolarmente lunga, in quanto si completa in sole 4 ore circa, ma che allo stesso tempo cerca di offrire una maggiore caratterizzazione su personaggi spesso dimenticati in passato.

 

Grafica

Nella nostra prova su PS5 siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla grande qualità del comparto tecnico di Mortal Kombat 1, un gioco che potremmo quasi definire next-gen, grazie alla presenza di una fortissima attenzione al dettaglio, animazioni facciali incredibili ed arene estremamente precise. Ciò che convince maggiormente sono proprio le scene di intermezzo, dotate di una spettacolarità unica e di una eccellente direzione artistica. Tutto questo viene bilanciato con animazioni e moveset non sempre precisi, anzi in alcune occasioni li potremmo definire quasi goffi, ed una pulizia generale non esente da qualche piccolo bug qua e là. Tutto questo non va comunque a minare un’0pera davvero eccellente, capace di essere un piacere per gli occhi.

 

Gameplay e Meccanica di gioco

Al netto della modalità Storia di cui vi abbiamo già parlato nei capitoli precedenti, gli utenti interessati al Single Player possono affidarsi a “Invasioni“, una modalità che punta a cambiare di volta in volta con le varie stagioni, con l’aggiunta di mappe da esplorare e la possibilità di migliorare le proprie statistiche per acquisire oggetti estetici. Un qualcosa che punta ad approfondire e variare l’esperienza, sebbene abbia dimostrato di essere troppo ripetitiva, ed in alcune occasioni anche eccezionalmente facile. Il gameplay è solido, dopo Mortal Kombat 9, infatti, gli sviluppatori sono stati in grado di migliorare radicalmente l’esperienza, raggiungendo il livello attuale con il Kameo System. L’utente può selezionare solamente un personaggio Kameo, scegliendo da un elenco sufficientemente vario, il quale dispone a sua volta di abilità pressoché uniche. Ciò ha permesso di riuscire a calcolare a priori quale fosse il migliore partner per il combattimento, tra i 23 guerrieri principali disponibili.

Questi sono chiaramente caratterizzati da abilità, moveset e mosse uniche, il tutto riuscendo comunque a mantenere un livello adeguato, senza sbilanciamenti verso specifici personaggi o mosse, ed in grado di offrire un’esperienza il più bilanciata possibile (se non per alcuni casi, come Kenshi o Geras). Piccolissimi difetti che possono essere risolti con patch rilasciabili in corso d’opera, ma che alle spalle nasconde una variabilità incredibile, che gli utenti più esperti potranno sfruttare a piacimento per riuscire a raggiungere combinazioni quasi mai viste. Non cambiano invece le meccaniche di base, con la sola novità nella difesa, con la possibilità di effettuare parate alte e parate perfette che richiedono un minore tempismo nella pressione del corrispettivo pulsante. Mortal Kombat 1 è a mani basse il picchiaduro di NetherRealm con il miglior gameplay di sempre, grazie proprio alla scelta della software house di aggiungere meccaniche, senza andare a rimuoverne.

 

Mortal Kombat 1 – conclusioni

In conclusione Mortal Kombat 1 rappresenta un buon passo in avanti in termini sopratutto della solidità del gameplay, della varietà dei combattimenti, e dell’incredibile possibilità posta nelle mani del giocatore più abile. Il picchiaduro ha indubbiamente una qualità ben superiore al normale, riesce a divertire mantenendo un equilibro nella sfida che sinceramente non ci saremm0 mai aspettati, con un comparto grafico davvero di tutto rispetto.

Dall’altro lato della medaglia troviamo le modalità extra abbastanza deludenti, non riescono a lasciare il segno.

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