Recensione Lies of P: la vera anima dei soulslike

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Lies of P incanta il settore videoludico con un’esperienza inaspettatamente solida, adeguata e ricca di contenuti pronti ad invogliare ogni singolo giocatore ad intraprendere un viaggio nella fatiscente Krat, alla ricerca di Mastro Geppetto. Vediamolo meglio da vicino nella nostra recensione completa.

 

Trama

Il costrutto narrativo affonda le radici nella favola di Pinocchio, sono gli stessi ragazzi di Neowiz nella fase iniziale ad inserire il riferimento a Collodi, mantenendo un livello artistico incredibile, con rappresentazioni ed una narrazione che vi terrà letteralmente incollati alla sedia per ora e ore. Veniamo catapultati in un mondo alla deriva, dove gli automi, creati da Geppetto in seguito alla scoperta dell’Ergo, si sono ribellati contro i propri padroni, scatenando caos e tanta distruzione nel mondo.

Tutto ha inizio con una semplice farfalla di colore blu, capace con il suo tocco di risvegliare il nostro personaggio, un burattino creato ad immagine e somiglianza di un essere umano. Sarà nostro compito trovare Geppetto, passando per l’hub principale, l’Hotel Krat, ed aiutarlo a ripristinare l’ordine in città. Gli automi non rispettano più le tre leggi della robotica, solo la quarta, introdotta per l’occasione, risulta essere ancora valida: gli automi, come i burattini, non possono raccontare bugie (tranne il nostro personaggio).

In un contesto caotico, nel quale si inseriscono anche le varie fazioni di essere umani superstiti, come i Persecutori, si inserisce la nostra avventura a Krat. E’ inutile dire che siamo rimasti affascinati dalla direzione artistica e dalla narrazione in sé, un qualcosa che è stato in grado di conferirgli personalità e quella caratterizzazione che gli permette di distinguersi dalla massa, innalzandosi ad un livello superiore.

 

Grafica

Nella nostra prova su Xbox Series X non abbiamo riscontrato cali importanti nel frame rate, Lies of P si basa sull’Unreal Engine 4, ed è stato utilizzato dagli sviluppatori ai limiti della perfezione, con tanti riflessi, giochi di luce, texture ben definite, dettagli a non finire e ambientazioni in cui semplicemente soffermarsi un attimo per goderle appieno. Il personaggio è fluido e ben realizzato, sono tantissime le animazioni su cui è possibile fare affidamento, differenziate anche in relazione all’arma effettivamente utilizzate.

Discorso simile per quanto riguarda il comparto sonoro, consigliamo di giocarlo con le cuffie, proprio per il suo essere tremendamente evocativo e coinvolgente, capace di creare la giusta atmosfera con brani adeguati e tutte le specificità attese. Il doppiaggio in lingua italiana si ferma ai sottotitoli, nulla di rotto, è comunque piacevole apprezzare l’interpretazione degli attori principali.

 

Meccanica di gioco e Gameplay

Lies of P è a tutti gli effetti un soulslike nudo e puro, che richiama in parte Bloodborne, ma che allo stesso tempo vuole essere un’ode verso lo stile di FromSoftware. I livelli, che compongono gli undici capitoli della storia, presentano un buon level design,  il quale può godere della verticalità che ci porta a camminare spesso sui tetti, alla ricerca di oggetti nascosti o di ricompense pressoché uniche. I segreti non sono ai livelli di FromSoftware, ma sono ugualmente presenti, basta trovare la leva giusta per svuotare una vasca contaminata per evitarsi tanti problemi, ad esempio.

I punti nevralgici in cui poter salvare la partita, recuperare le energie e respawnare i nemici, sono gli Stargazer, utili anche per migliorare il proprio personaggio, con potenziamenti nelle specifiche, montaggio delle armi o cambio del braccio Legione (apprezzato il posizionamento più vicino possibile). Non mancano le classiche scorciatoie, sbloccabili dal giocatore, a rendere gli spostamenti all’interno degli scenari molto più semplici e rapidi. L’hotel Krat rappresenta l’hub a cui fare riferimento per le operazioni più generali, e nel quale troveremo di volta in volta tutti i personaggi scoperti nell’avventura.

La parte ruolistica di Lies of P è ben organizzata, inizialmente è possibile scegliere tra tre profili differenti (equilibrio, destrezza o forza), pur comunque non rappresentando un taglio netto con la possibilità di sviluppo in termini di potenziamenti e di equipaggiamento. Il sistema di combattimento in sé non viene stravolto, se siete soliti giocare con i soulslike ci andrete a nozze, anche se in alcune occasione tarda la schivata mentre siete in parata. Ciò che rende l’esperienza più variabile è sicuramente il braccio a legione, un appendice meccanica che può essere sostituita e potenziata, godendo così di abilità particolari e uniche nel proprio genere (inizialmente si ha il braccio d’acciaio, per poi trovarne molti altri). La struttura resta la classica dei soulslike, è importante prestare attenzione al peso dell’equipaggiamento, alle capsule che permetteranno di ripristinare la salute, alle varie alterazioni di stato e all’usura dell’arma (in questo caso però si può ripristinare utilizzando la mola presente sul braccio sinistro).

La varietà dei nemici è buona, come anche i tantissimi approcci differenti, grazie alla possibilità di combinare le armi. Queste possono essere smontate per acquisire benefici (e difetti), combinando lame con impugnature, e viceversa (con potenziamenti di una e dell’altra). L’albero delle abilità è ampissimo, il che permette di rendere il personaggio a propria immagine e somiglianza (in termini di gioco), con potenziamento che rendono smisurato l’approccio dell’utente alla partita. Non mancano boss, anticipati da una sequenza animata davvero evocativa, con pattern d’attacco importantissimi da memorizzare, e tantissimi mini-boss molto più ostici di quanto immaginiate. La longevità è molto buona, sono necessarie almeno 30 ore per il completamento, anche se tutto dipende dalle vostre abilità e dal desiderio di backtracking.

 

Lies of P – conclusioni

In conclusione Lies of P è una piacevolissima sorpresa, un soulslike che prende a piene mani dalle opere di Miyazaki, portando il tutto in una realizzazione artistica davvero di primissimo ordine. Se siete alla ricerca di un buon titolo classico nell’accezione del termine, ma capace di entusiasmare per la sua complessità e profondità, allora fa sicuramente al caso vostro; ancora meglio il fatto che sia presente sul game pass, cosa state aspettando a scaricarlo?.

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