Recentemente gli operatori telefonici hanno rimodulato la frequenza di fatturazione delle bollette, con il rinnovo che passa dai tradizionali trenta giorni mensili a 28 giorni. Pagamento ogni otto settimane, in pratica sono 13 le mensilità che l’utente è chiamato a versare nelle casse del provider.
L’Agcom (Autorità garante per le comunicazioni) è intervenuta, avviando procedimenti sanzionatori nei confronti degli operatori che hanno sposato la rimodulazione. Sul banco degli imputati ci sono i colossi della telefonia italiana: Fastweb, Wind Tre, Vodafone e Tim.
Agcom: fatturazione ogni quattro settimane irregolare
L’Agcom fa sul serio e ravvisa il mancato rispetto delle disposizioni in materia di calendario fatturazioni e rinnovo offerte. L’Autorità, attraverso una nota ufficiale, fa sapere che gli operatori di telefonia devono tenere come scadenza il mese naturale oppure i suoi multipli.
Agcom sta decidendo sul da farsi in modo che questo modus operandi non venga utilizzato anche in altri ambiti. Anche Sky prevederà fatturazione ogni quattro settimane a partire da ottobre, non senza mugugni da parte degli abbonati. Il numero uno dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, esprime la propria soddisfazione e spera in “pene esemplari”.
L’Unc ha lanciato un’iniziativa alla quale hanno aderito 5000 persone al fine di rendere consapevoli i consumatori e invitare il governo a prendere posizione in materia. Un rincaro dell’8% sulle spese familiari, la speranza dell’associazione è che la fatturazione a 28 giorni sia impedita tramite provvedimento nell’ambito della Legge di Stabilità.
Tim, Wind Tre, Fastweb e Vodafone rischiano grosso dunque, Asstel aveva già conestato la delibera di Agcom di marzo (121/17/CONS). Secondo gli operatori, il Garante non ha alcuna autorità per disciplinare il vincolo tra clienti e aziende fornitrici di servizi, bensì può pronunciarsi solo circa questioni riguardanti la trasparenza delle offerte.
Stando a quanto deliberato da Agcom, il rinnovo delle offerta e le cadenze delle fatturazioni devono avere come unica base temporale il mese naturale e i suoi multipli l’Autorità intende garantire un’unità temporale standard e universalmente riconosciuta, il mese appunto, la principale preoccupazione è rappresentata dall’effetto “trascinamento” con il coinvolgimento di altri settori.
I problemi per gli operatori di telefonia non finiscono qua, perché Agcom sta valutando le azioni da intraprendere per quanto riguarda l’addebito di servizi in abbonamento offerti da aziende terze. Serve che gli operatori gestiscano questi servizi in maniera più chiara e trasparente, proteggendo l’utenze da attivazioni non desiderate.