Nel cuore degli oceani, là dove la vita scorre silenziosa sotto la superficie, la scienza ha appena aggiunto un nuovo capitolo alla conoscenza della biodiversità marina. Tredici nuove specie di vermi marini segmentati, appartenenti al genere Perinereis, sono state identificate da un team internazionale di ricercatori coordinato dal Centro di Biologia Molecolare e Ambientale dell’Università del Minho, in Portogallo. Ma ciò che rende questa scoperta ancora più affascinante è l’originalità dei nomi scelti per alcune di queste specie: ispirati ai protagonisti di celebri videogiochi.
Videogiochi e mitologia: nomi fuori dagli schemi
Tra i nuovi arrivati del mondo scientifico troviamo vermi battezzati Malenia e Miquella, in omaggio a due personaggi del gioco di culto Elden Ring, così come Nier e 2B, tratti dall’universo distopico di Nier Replicant e Nier Automata. Un tocco di cultura pop che riflette la crescente influenza del mondo videoludico anche nei contesti più accademici.
Accanto a questi, vi sono nomi che celebrano la mitologia classica — Giove, Giunone e Minerva — e il folklore locale, come Tibicena, ispirato alle leggende delle Canarie. Inoltre, alcune specie rendono omaggio a importanti tassonomi, come Luigi Musco e Sarah Faulwetter, figure di riferimento nello studio degli anellidi.
Piccoli, ma vitali per gli ecosistemi
Nonostante le loro dimensioni ridotte, questi vermi marini svolgono un ruolo fondamentale negli equilibri degli ecosistemi costieri. Sono riciclatori naturali, aiutano a stabilizzare i sedimenti marini e rappresentano una fonte di nutrimento per numerosi pesci e crostacei. Inoltre, sono molto richiesti per la pesca sportiva, utilizzati come esca viva.
La scoperta è stata possibile grazie all’approccio della tassonomia integrativa, che unisce morfologia tradizionale e analisi del DNA. Le 13 specie sono emerse da 19 linee molecolari identificate tra l’Atlantico nordorientale, il Mediterraneo, le Azzorre e le Canarie.
Una biodiversità ancora tutta da esplorare
Questa ricerca sottolinea quanto ancora ci sia da scoprire negli oceani europei. E conferma il potenziale delle nuove tecnologie, come il sequenziamento genetico, nel rivelare una biodiversità nascosta e minacciata.
Scienza, mito e cultura contemporanea si fondono così in un gesto simbolico: dare un nome a ciò che prima era invisibile significa iniziare a proteggerlo.
Foto di CARLOS MARTIN VEGA OCAÑA da Pixabay