Trovato un cocktail di sostanze chimiche nelle mascherine

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Alcuni scienziati tedeschi hanno scoperto che indossare certi tipi di mascherine per lungo tempo potrebbe comportare l’inalazione di un cocktail di sostanze chimiche potenzialmente pericolose e microplastiche nocive per i polmoni umani. Il professor Michael Braungart, direttore dell’Hamburg Environmental Institute e co-fondatore del famoso standard ambientale Cradle to Cradle, spiega che chi indossa una mascherina chirurgica per molto tempo corre inconsapevolmente il rischio di respirare agenti cancerogeni, allergeni e piccole microfibre sintetiche.

 

I pericoli del cocktail di sostanze trovato sulle mascherine

Dieter Sedlak, amministratore delegato e cofondatore di Modern Testing Services Augsburg, Germania, in collaborazione con Modern Testing Services Global di Hong Kong, ha trovato concentrazioni elevate di fluorocarburi pericolosi, formaldeide e altre sostanze potenzialmente cancerogene sulle mascherine chirurgiche e dichiara di avere le stesse preoccupazioni del professor Braungart. Con oltre 40 anni di esperienza nel settore, il Dr. Sedlak è una delle figure più rispettate nel settore dei prodotti chimici tessili e ha contribuito a sviluppare vari sistemi di gestione chimica EHS e concetti RSL leader utilizzati oggi dai principali marchi globali di abbigliamento e calzature.

I test analitici iniziali che i due esperti hanno effettuato hanno messo in dubbio la necessità di indossare certi tipi di mascherine per ore e ore. In particolare gli studenti, gli operai e i pendolari a lungo raggio sono le categorie più a rischio per i danni a lungo termine ai polmoni attraverso l’esposizione alle sostanze chimiche, rischio forse maggiore di quello a breve termine di qualsiasi esposizione al coronavirus.

Il professor Braungart precisa che le sostanze che respiriamo attraverso bocca e naso sono in realtà rifiuti pericolosi. Lo studioso ha condotto test preliminari su mascherine chirurgiche usate, dai quali emergono tracce di sostanze chimiche come l’anilina (dal noto effetto cancerogeno), la formaldeide e gli sbiancanti ottici, sostanze che le autorità europee e statunitensi hanno pesantemente limitato riducendo la concentrazione consentita a pochissime parti per milione.

 

 

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