Forse non tutti conoscono il servizio UberPOP ma senza dubbio è stato la rovina di molti tassisti, soprattutto a Milano durante l’EXPO. Esso consiste, stando a quanto dichiarato dall’azienda statunitense, in un servizio di car-sharing con il quale ridurre l’impatto ambientale dei combustibili fossili, ridurre le spese di viaggio e fare nuove conoscenze. Il tutto sarebbe anche vero se non fosse che negli scorsi giorni, il tribunale di Milano ha sospeso il servizio UberPOP in tutta Italia per “concorrenza sleale” e “violazioni della disciplina amministrativa che regola il settore taxi”.
La spiegazione fornita dal giudice Claudio Marangoni sostanzialmente è che non può essere giudicato car-sharing un servizio che necessita di un conducente a cui la meta da raggiungere non è una propria necessita ma un obbligo nei confronti del cliente. In questo caso, il servizio di trasforma in un trasporto pubblico e, secondo le leggi italiane, per applicare un servizio pubblico è necessario che alla guida ci sia un conducente con regolare licenza.
Si tratta di una grossa vittoria per i tassisti e per tutte le organizzazioni sindacali ad essi legati, in quanto la politica estremamente concorrenziale, con prezzi molto inferiori a quelli dei taxi, stava pian piano facendo calare sempre più la clientela.
Il commento di Pietro Gagliardi, responsabile sindacale per la categoria dei tassisti dell’Unione Artigiani della Provincia di Milano è stato molto eloquente: “È una grande vittoria e non l’abbiamo fatto solo per noi e il nostro lavoro, ma anche per la sicurezza degli utenti“.
A questo punto, i responsabili di UberPOP hanno 15 giorni di tempo per adeguarsi alla sentenza del giudice. Nel caso in cui non fosse ancora avvenuto allo scoccare del sedicesimo giorno, UberPOP verrà multato di 20 mila euro al giorno.
Prima di lasciarvi, vi segnaliamo che la sentenza riguarda esclusivamente i servizi UberPOP mentre il classico Uber è ancora attivo e funzionante in tutto il territorio italiano.