Ultima Thule ha impiegato milioni di anni per acquisire la sua forma

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L’oggetto transnettuniano Ultima Thule, il cui nome è ora Arrokoth a causa delle diatribe sull’uso del nome Ultima Thule durante il nazismo, è stato sorvolato dalla sonda spaziale New Horizons della NASA lo scorso anno a Capodanno. Dallo studio che ha seguito la cattura delle immagini della sonda, è emerso che questo oggetto spaziale potrebbe aver acquisito la sua particolare forma schiacciata nei primi 100 milioni di anni dalla sua formazione.

A eseguire questo nuovo studio sulla forma di Ultima Thule, un team di ricercatori guidati dall’Accademia Cinese delle Scienze e dal Max Planck Institute for Solar System Research (MPS). Secondo questa ricerca l’attuale forma di Arrokoth, molto simile ad un sottile pupazzo di neve, potrebbe essere dovuta ad un degassamento volatile durante la sua evoluzione.

 

Alla scoperta dei confini del Sistema Solare

Questa nuova ricerca potrebbe svelare molti dei sistemi relativi alla formazione e allo stato attuale degli oggetti spaziali che si trovano al confine del nostro Sistema Solare, aiutandoci a comprendere le loro caratteristiche e le loro proprietà attuali e alla loro origine. Sono infatti moltissimi, nell’ordine dei milioni, i corpi celesti che popolano la fascia di Kuiper ai confini estremi del Sistema Solare, oltre l’orbita di Nettuno.

Sino ad ora le uniche informazioni su questi corpi celesti sono state acquisite negli anni Ottanta dalle sonde spaziali Voyager 1 e 2. Purtroppo però le due vecchie sonde non erano dotate di telecamere. Non è quindi stato possibile acquisire immagini dei corpi celesti transnettuniani sino alla missione New Horizons.

 

Ultima Thule è il primo abitante osservato della regione oltre Nettuno

Questa sonda della NASA ci ha infatti inviato le prime immagini di queste regioni agli estremi del nostro sistema planetario. Nel 2015 abbiamo ricevuto le immagini di Plutone e, quasi due anni fa, le immagini dell’affascinante Ultima Thule, o Arrokoth che dir si voglia, il corpo più lontano dal Sole che sia mai stato visitato e ripreso da una sonda artificiale.

Soprattutto la sua strana forma fece molto discutere subito dopo la sua prima osservazione. Si tratta infatti di un corpo binario di contatto, ritenuto il risultato della fusione a bassa velocità di due corpi separati che hanno avuto origine uno vicino all’altro. I due lobi di Ultima Thule sono appiattiti e quello più grande lo è maggiormente.

In questo recente studio il team di ricercatori provenienti da Cina, Germania e Stati Uniti indagano su come è nata la particolare forma di Arrokoth. Come spiega Ladislav Rezac dell’MPS “ci piace pensare alla fascia di Kuiper come una regione in cui il tempo si è più o meno fermato dalla nascita del Sistema Solare”.

A più di quattro miliardi di chilometri dal Sole, si ritiene che i corpi della fascia di Kuiper sono rimasti congelati e immutati sino ad ora, ma le immagini di Arrokoth, scattate da New Horizon sfidano questa idea per la sua superficie apparentemente liscia e senza segni evidenti di crateri dovuti all’impatto di altri oggetti e piccoli asteroidi.

 

La strana forma di Ultima Thule è la conseguenza del suo scioglimento all’inizio della sua evoluzione

Secondo i ricercatori è possibile che Ultima Thule avesse una forma più ordinaria che avuto origine dalla fusione tra un corpo sferico e un corpo oblato e che solo successivamente si sia gradualmente appiattito. Sappiamo che durante la formazione del Sistema Solare, la regione in cui si trova Arrokoth avrebbe potuto essere un ambiente distinto, ombreggiato dalla polvere della nebulosa esterna da cui ebbe origine il Sistema Solare.

Le basse temperature in questa zona hanno permesso a sostanze volatili come il monossido di carbonio e il metano di congelarsi sui granuli di polvere e di comporre i planetesimi. Quando la polvere nebulare si è diradata dopo la formazione del Sistema Solare e di Arrokoth, il Sole avrebbe aumentato la temperatura nella regione, provocando l’evaporazione di questi gas congelati. La strana forma di Arrokoth sarebbe quindi il risultato naturale di questi eventi e della sua particolare inclinazione nei confronti della nostra Stella.

Il processo di appiattimento è molto probabilmente iniziato subito dopo la nascita di Ultima Thule ed è proceduto piuttosto rapidamente, su una scala temporale da circa uno a 100 milioni di anni.

Valeria Magliani
Valeria Magliani
Instancabile giramondo, appassionata di viaggi, di scoperte e di scienza, ho iniziato l'attività di web-writer perché desideravo essere parte di quel meccanismo che diffonde curiosità e conoscenza. Dobbiamo conoscere, sapere, scoprire e viaggiare, il più possibile. Avremo così una vita migliore, in un mondo migliore.

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