Gli umani moderni vivevano in Africa 38.000 anni prima di quanto si pensasse

Date:

Share post:

Gli esseri umani moderni sono apparsi per la prima volta in Africa oltre 38.000 anni fa, molto prima di quanto si potesse pensare. Questa conclusione è arrivata dalle tracce di un eruzione vulcanica, utilizzata per datare i primi fossili di Homo Sapiens. I resti, soprannominati Omo I, sono stati scoperti nel sito di Omo Kibish vicino al fiume Omo in Etiopia negli anni ’60.

Studi precedenti hanno datato i primi fossili umani a circa 195.000 anni fa. Ad oggi, un nuovo studio ha raccontato una storia completamente diversa: i resti sono più antichi di una colossale eruzione vulcanica che ha scosso la regione circa 233.000 anni fa. Ciò significa che la nuova scoperta segna la più antica datazione incontrastata degli esseri umani moderni in Africa.

 

Esseri umani, vivevano in Africa molto tempo prima di quanto si pensasse

A differenza di altri fossili del Pleistocene medio, che si pensa appartengano alle prime fasi del lignaggio Homo sapiens, Omo I possiede caratteristiche umane moderne inequivocabili, come una volta cranica alta e globosa e un mento. Nonostante abbiano scoperto i fossili più di 50 anni fa, gli scienziati hanno trovato difficile dare ai resti di Omo I un’età conclusiva. I fossili erano mancanti di manufatti in pietra e fauna per poter essere datati. Per aggirare questi problemi, i ricercatori hanno raccolto campioni di pomice dal vulcano Shala a più di 400 chilometri di distanza, macinandoli fino a raggiungere una dimensione inferiore a un millimetro.

Eseguendo cosi un’analisi chimica all’interno del vulcano e confrontando la pomice trovata con lo strato di cenere, i ricercatori hanno potuto affermare che i fossili scoperti sono davvero molto simili e condividevano la stessa composizione chimica e quindi provenivano dalla stessa eruzione. i campioni di pomice e lo strato di cenere hanno circa 233.000 anni, il che significa che i fossili di Omo I trovati sotto la cenere hanno almeno la stessa età o più. Nonostante i ricercatori abbiano trovato l’età minima dei campioni di Omo I, devono ancora decifrare l’età massima sia per questi fossili sia per la popolazione abitante l’Africa orientale.

Hanno in programma di farlo collegando più ceneri sepolte a più eruzioni dai vulcani intorno alla regione, dando loro una linea temporale geologica più solida per gli strati sedimentari attorno ai quali sono depositati i fossili nella regione. Una nuova età minima per l’Homo sapiens nell’Africa orientale, ma la sfida rimane ancora quella di fornire un limite, un’età massima, per la loro emergenza, che è ampiamente creduto abbia avuto luogo in questa regione. È possibile che nuove scoperte e nuovi studi possano estendere l’età della nostra specie ancora più indietro nel tempo.

Foto di David Mark da Pixabay

Marco Inchingoli
Marco Inchingoli
Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

Related articles

WhatsApp introduce gli avvisi per gli aggiornamenti di stato

WhatsApp continua a portare in campo funzioni riguardanti gli aggiornamenti di stato. Scovate nell'ultima beta dell'app per dispositivi...

Elezioni americane: come gli astronauti americani votano dallo spazio

Gli astronauti americani, anche quando sono in orbita sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), non rinunciano al diritto di...

L’olio di palma e la Sclerosi Multipla: come una dieta ricca di grassi saturi può peggiorare i sintomi

L'olio di palma è da tempo oggetto di discussioni per i suoi effetti sulla salute. È ampiamente utilizzato...

Recensione Asus Zenbook S 14: notebook duraturo con Intel Lunar Lake

Asus Zenbook S 14 (modello UX5406SA) è un notebook destinato a durare per molti anni, un dispositivo che...