Le donne stressate hanno maggiori probabilità di dare alla luce una femmina piuttosto che un maschio, stando ai risultati di una recente ricerca. Lo studio ha scoperto che le madri in preda allo stress o depresse incorrono peraltro in un rischio maggiore di subire un aborto spontaneo se sono in attesa di un bambino. Gli scienziati della Columbia University di New York hanno affermato che, in molti casi, le donne potrebbero anche non accorgersi affatto della gravidanza quando essa si interrompe a causa dello stress.
Una gravidanza condotta in condizioni di stress psicofisico può avere effetti anche molto seri sul nascituro
Il team di ricerca ha collegato il numero delle nascite in un gruppo di 187 donne in piena gravidanza con 27 indicatori di stress psicosociale e fisico, oltre che con il loro stile di vita: essi hanno notato che il rapporto maschio-femmina nei nascituri da donne che erano fisicamente spossate era nella direzione delle femmine, in particolare nelle donne che si mostravano anche stressate psicologicamente.
Pubblicato sulla rivista Proceedings of National Academy of Sciences, lo studio sembra spiegare le tendenze che mostrano un aumento delle nascite di femmine rispetto ai maschi a seguito di traumi importanti, anche non collegati direttamente con la fisionomia della donna bensì derivanti da ansie legate a fattori esterni, come l’apprensione e lo spavento dopo un terremoto, ma anche dopo una brutta notizia, in grado di causare scompensi anche molto rilevanti.
È fondamentale tenere sotto costante controllo le condizioni dell’utero e del bambino che lo “abita”
I ricercatori ritengono che il fenomeno possa essere spiegato dal fatto che i feti maschi impiegano più tempo per completare le loro prime fasi di sviluppo; ciò potrebbe renderli più vulnerabili a squilibri delle condizioni nell’utero. La professoressa Catherine Monk, che ha guidato lo studio, ha affermato che le donne a rischio possono essere quelle che si sentono spossate e depresse per un periodo di diverse settimane prima della gravidanza.
“Questo studio non ha affatto lo scopo di mettere in guardia le madri nè dar loro un qualsiasi tipo di responsabilità“, ha detto Monk. “È invece un’importante occasione per trovare un modo per gestire lo stress, che si tratti di sessioni di meditazione, di trascorrere del tempo con la famiglia, amici, la religione o il lavoro“. Monk ha poi aggiunto: “L’utero è una sorta di prima casa per i nostri bambini ed è estremamente importante tenere sotto controllo quello che accade lì dentro; è necessaria tanta attenzione quanto quella per l’ambiente in cui il bambino crescerà, se non di più“.