Mentre la maggior parte dei paesi europei sta avendo problemi con i propri piani vaccinali, questo a causa nel ritardo e nella diminuzione delle consegne da parte di Pfizer, il Regno Unito va controcorrente. Il problema principale riguarda la seconda dose. La maggior parte delle persone cosiddette vaccinate hanno ricevuto solo la prima e ora stanno aspettando la seconda e al momento non si capisce se se ne hanno a disposizione abbastanza.
Teoricamente, secondo la maggior parte degli esperti, la seconda dose va inoculata entro poche settimane, si parla di tre, dalla prima se non si vuole veder diminuire l’efficacia. Ora i governi stanno gestendo le dosi rimaste e le poche che stanno arrivando proprio per evitare di veder le prime dosi già usate sprecate. Il Regno Unito ha un altro piano.
Il governo, in appoggio con alcuni esperti di vaccini, ora hanno deciso di ritardare anche fino a tre mesi l’inoculazione della seconda dose. I medici britannici avevano suggerito un massimo di sei settimane, ma così non sarà.
Vaccini: il piano del Regno Unito
Si tratta di un caso unico al mondo e il governo britannico lo sa. Se nelle prime dodici settimane non si vedrà una diminuzione dei contagi, una diminuzione che dovrebbe arrivare non solo dalle misure preventive come le quarantene, ma anche a causa delle molte più persone che riceveranno solo la prima dose, allora continueranno come programmato. Se invece non ci sarà un miglioramento, diminuiranno il tempo di attesa tra la prima e la seconda dose.
Come detto, non tutti sono concordi e la maggior parte dei medici vuole vedere le prove scientifico dietro questo piano. Se è vero che lo studio di AstraZeneca ha dimostrato che il suo vaccino per funzionare a dovere più sopportare una distanza tra la prima e la seconda dose, quello di Pfizer/BioNTech no. Lo studio si è basato su un massimo di 21 giorni, 3 settimane per l’appunto. Sicuramente il piano del governo britannico farà discutere.
Ph. credit: CBS News