Il 3 marzo del 1993 ci lasciava all’età di 87 anni, Albert Sabin, il medico creatore del vaccino antipolio orale. L’uomo che non brevettò il suo vaccino affinché potesse essere disponibile per tutti e che con le sue gesta e la sua scoperta, rese possibile debellare questa malattia.
“Tanti insistevano che brevettassi il vaccino, ma non ho voluto. È il mio regalo a tutti i bambini del mondo”. Queste furono le parole di questo medico virologo che rinunciò ad importanti guadagni in favore della possibilità di salvare più vite possibili. Si accontentò del suo stipendio da professore universitario, ricevendo in cambio la soddisfazione di aver fatto qualcosa di grande per l’umanità.
La storia del medico che sconfisse la poliomelite
Sabin nacque nel 1906 nel ghetto di Bialystok in Polonia, all’epoca sotto il dominio imperiale della Russia degli zar, dove rimase sino all’età di 15 anni quando, a causa della difficile condizione delle comunità ebraiche nel suo paese, la sua famiglia decise di emigrare negli Stati uniti. Fu così che arrivò nel New Jersey e che nel 1930 fu naturalizzato cittadino americano.
Alla New York University intraprese studi di odontoiatria, ma la lettura del libro “I cacciatori di microbi” di Paul de Kruif affascinò a tal punto Sabin, da spingerlo a cambiare facoltà, dedicandosi così allo studio della medicina. In questo campo concluse i suoi studi nel 1931 ed iniziò il suo affiancamento con il Dott. William H. Park, colui che debellò la difterite.
Sabin decise, dietro consiglio del dott. Park, di concentrare i suoi studi sulla poliomelite, che negli anni Trenta mieteva molte vittime. Nel 1933 arrivarono già i primi risultati, riuscì infatti a dimostrare che il virus della poliomielite si replicava maggiormente nelle cellule intestinali, spostando dunque il virus dalla categoria dei respiratori a quella degli enterici.
Il tanto atteso vaccino antipolio, un successo a livello mondiale
Dopo vent’anni di studi, arrivò nel 1953 il tanto atteso vaccino orale, che negli Stati Uniti non venne tenuto in considerazione. Fu invece nella sua patria natale e nell’Europa dell’est che iniziarono le vaccinazioni su centinaia di migliaia di bambini, agli inizi degli anni Sessanta. In seguito alle vaccinazione non vi furono più casi di poliomelite nell’Est Europa ed iniziò una grande produzione del vaccino per i 3 tipi di virus della poliomelite esistenti.
Il successo delle vaccinazioni europee convinse anche gli Stati Uniti e anche qui iniziarono le vaccinazioni. Nel 1963 fu introdotto anche nel nostro paese, dove tre anni dopo divenne obbligatorio.
Fu così che in Italia ed in tutti i paesi dove il vaccino era obbligatorio, la poliomelite scomparse, grazie ad una zolletta di zucchero imbevuta di vaccino che permise la vaccinazione moltissimi centinaia di milioni di bambini in tutto il mondo. Una tale diffusione del vaccino fu possibile anche grazie ai costi contenuti del vaccino antipolio, dovuti al fatto che Sabin decise di non brevettarlo, non ricavando così nessun tipo di profitto dalla sua scoperta, ma permettendo però di debellare una malattia che aveva mietuto moltissime vittime.
La vita umana vale più del profitto, il grande insegnamento di Sabin
Anche quando si ritirò dal suo lavoro di ricercatore, Sabin continuò a studiare rimedi per malattie come il morbillo, ma anche la leucemia ed il tumore. Morì il 3 marzo del 1993, quasi dimenticato, dopo averci lasciato un importante vaccino e l’insegnamento altrettanto importante che la vita umana e la possibilità di salvarla, valgono molto di più di un brevetto e di profitti personali.