Lo Sputnik V, l’apparente primo vaccino in assoluto contro il coronavirus reso ufficiale, ha passato un altro piccolo test mostrando alcuni segnali positivi. Apparente perché, come gli esperti continuano a sottolineare, c’è da andare molto cauti in quanto in realtà non ha superato tutte le fasi che si aspettano nello sviluppo in questo genere di trattamenti.
Quello che preoccupa soprattutto gli esperti sulla salute occidentali è che mancano importanti dati sulla sicurezza di tale vaccino. Per quanto questi primi vaccini non sono in realtà quelli definitivi, non bisogna comunque inoculare alle persone un prodotto fallato e poco sicuro, potenzialmente anche più pericoloso del virus stesso.
Il vaccino russo
Per intenderci, i ricercatori russi hanno testato questo vaccino su appena 78 adulti sani di età compresa tra i 18 e i 60 anni, una gruppo minuscolo per dichiarare valido il prodotto finale. A tutti è stato somministrata una doppia dosa a distanza di 21 giorni e sono stati monitorati per altri 42 giorni. Sembra che tutti abbiano sviluppato degli anticorpi nelle prime tre settimane.
Le parole di Naor Bar-Zeev, esperto della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health: “Mostrare sicurezza sarà cruciale con i vaccini Covid-19, non solo per l’accettazione del vaccino, ma anche per la fiducia nella vaccinazione in generale. Poiché i vaccini vengono somministrati a persone sane e, durante la pandemia di Covid-19, potenzialmente a tutti dopo l’approvazione a seguito degli studi di fase 3, la sicurezza è fondamentale”.
Per ora le preoccupazioni internazionali possono fare ben poco visto che il vaccino per ora è pensato solo per il mercato interno. Nel frattempo, siamo tutti in attesa di altri vaccini che stanno venendo sviluppati in diversi punti di ricerca.