Giornata davvero caldissima quella che stanno vivendo gli utenti che utilizzano l’applicazione Whatsapp, senza ovviamente dimenticare competitor come Telegram, Viber e Messenger. In queste ore sta facendo discutere moltissimo la nuova uscita da parte di AGCOM, visto che arrivati a questo l’ipotesi che tali app possano diventare a pagamento non sembra essere così campata in aria. Il motivo? Vi spieghiamo quanto sta avvenendo.
L’ultima presa di posizione da parte del Garante delle Comunicazioni evidenzia la necessità che applicazioni come quelle citate in precedenza trovino un accordo nel più breve tempo possibile con le principali compagnia telefoniche italiane, almeno stando a quanto riportato nella notte da Repubblica. In sostanza, Whatsapp e Telegram in primis, dopo la sfida di ieri in termini di sicurezza, potrebbero essere costrette a pagare una quota agli operatori, affinché per gli utenti risulti possibile inviare e ricevere messaggi istantanei in modo gratuito. Come del resto avvenuto fino a questo momento.
Fin qui la faccenda sembrerebbe non toccare gli utenti, ma la prospettiva più probabile è che le stesse app possano attingere dalle tasche del pubblico, in particolare dal loro credito telefonico, per compensare una nuova uscita in termini di bilancio. Il tutto a patto che vengano offerti servizi aggiuntivi in grado di giustificare il costo. Insomma, una vera e propria rivoluzione che potrebbe mettere in discussione anche la diffusione delle piattaforme.
Tra l’altro, in queste ore gli stessi studi evidenziano che Whatsapp, Telegram e le altre app di messaggistica non siano esattamente gratuite, se si pensa che i dati dell’utenza vengono immagazzinati per poi essere venduti a società terza con relativa profilazione. Insomma, la sensazione è che nelle prossime settimane app come quelle citate possano finire più e più volte sotto la luce dei riflettori. E non solo per le loro innovazioni software.