Dopo essere passati sotto la lente di ingrandimento del Garante della Privacy, Whatsapp Messenger e Facebook sono al vaglio dell’Antitrust, la quale non ha di certo visto di buon occhio le operazioni di indicizzazione bidirezionale dei dati degli utenti tra le due piattaforme.
Stavolta, comunque, lo svolgersi delle operazioni ha assunto un aspetto decisamente interessante che vuole una manovra su due fronti e, pertanto, con due diversi procedimenti distinti per Whatsapp Inc. e Facebook Inc., le quali sono accusate di serie violazioni del Codice del Consumo ed in materia di privacy sui dati personali degli utenti.
Il primo procedimento in oggetto è volto ad accertare le condizioni di costrizione poste nei confronti degli utenti Whatsapp IM che, in un modo o nell’altro, hanno dovuto accettare le condizione impostigli in merito alla condivisione dei propri dati profilo, attraverso un insistente messaggio materializzatosi ad ogni apertura dell’applicazione che ha reso impossibile interagire con la piattaforma stessa.
Secondo l’Autority italiana, infatti, il condizionamento alla scelta è corrisposto ad una decisa forzatura concretizzatasi, inoltre, con l’accettazione a priori delle condizioni imposte da Facebook nella schermata di secondo livello, senza concedere all’utente il libero arbitrio sulla scelta ma indirizzandolo piuttosto in una ben specifica direzione.
Vi è, inoltre e come indicato sopra, un secondo procedimento che verte sulle misure intraprese da Whatsapp – Facebook a proposito dell’esclusiva possibilità di modificare unilateralmente i termini vincolanti del contratto di licenza in uso riguardo il diritto di recesso, le limitazioni di responsabilità e le interruzioni ingiustificate del servizio.
La misura è colma. Il Garante non può far altro che intraprendere, giustamente, le adeguate contromisure a tutela della nostra privacy e della nostra sicurezza, minata ora da un aggiornamento ai termini di servizio rivolto all’indiscrimnata raccolta dati, inizialmente mascherata dietro la possibilità di poter ottimizzare la propria rete di contatti e le inserzioni pubblicitarie pertinenti.
Ad ogni modo, non è così. Proprio per questo il Garante per la Privacy e l’Antitrust stanno di comune accordo stabilendo i termini istruttori per richiedere una maggior trasparenza nella gestione della faccenda e dei dati dei propri utenti. Un’impresa che preannuncia lunghe battaglie legali. Staremo a vedere come evolverà la faccenda. Tu che cosa ne pensi in merito alle scelta compiute da Zuckerberg con le piattaforme Whatsapp e Facebook e l’incrocio dei dati? Dicci la tua.
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