Chiunque abbia avuto modo di seguire da vicino le vicende del periodo, si sarà accorto della nuova Privacy Policy Whatsapp che, secondo modalità davvero poco lecite, ha previsto la bidirezionalità incrociata dei dati dei due sistemi appartenenti a Mark Zuckerberg, ovvero l’IM Platform di Whatsapp e Facebook.
Una vicenda passata sotto gli scrupolosi occhi del Garante per la privacy e degli organi competenti dell’Antitrust Europeo che richiede, a tal proposito, una maggior trasparenza e chiarezza sulle modalità di raccolta dati e le finalità di questa nuova malsana proposta che lede la nostra privacy permettendo la vendita a terzi delle nostre informazioni per scopi pubblicitari online.
A seguito delle numerose invettive volute dagli utenti e dagli organi di competenza del Regno Unito, Facebook ha sospeso il servizio di raccolta dati mettendo momentaneamente in pausa il servizio di raccolta dati utente Whatsapp Messenger qui in Europa. Una sospensione inizialmente confermatasi solo in UK e recentemente estesasi anche al resto dell’Unione Europea, secondo le ultime voci che, per quanto ne sappiamo, rimangono tali in assenza di un’ufficialità che specifichi l’applicazione delle nuove condizioni.
Whatsapp, circa un mese fa e con modalità del tutto fuorvianti, ha deciso di procedere alla condivisione dei dati con Facebook che non hanno apportato alcun cambiamento nelle strutture applicative ma che, alla luce delle indagini, hanno condotto ad un serio abuso della privacy contestualmente alla visualizzazione pubblicitaria di contenuti non richiesti espressamente dagli utenti, quasi costretti ad accettare le nuove condizioni impostigli all’apertura dell’app di messaggistica.
Abbiamo elencato in maniera chiara i termini della legge a Facebook, che ha acconsentito a sospendere l’utilizzo dei dati dagli utenti WhatsApp a scopo pubblicitario o di miglioramento del loro prodotto
Ad ogni modo Facebook continuerà a condividere i dati in suo possesso a fini preventivi contro lo spam, nonostante ne sia stato disposto il blocco nel Regno Unito. In Italia, intanto, il Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCOM) ha dimostrato un serio riserbo sulle condizioni imposte dal servizio, ora al vaglio di due istruttorie per violazioni del Codice del Consumo.
La prima si accerterà delle condizioni arbitrarie di accettazione (si contesta, infatti, la possibilità di non poter scegliere se accettare o meno) mentre, la seconda, si pone come obiettivo gli accertamenti sulle clausole di servizio e dei Termini di Utilizzo dello stesso, in particolare in merito a successive modifiche da introdursi senza preavviso per l’utente.
L’Unione Europea, L’Antitrust e le Commissioni di valutazioni dei singoli stati sono, in questo momento, alle prese con un caso davvero delicato, verso cui occorrerà fare presto chiarezza, visto e considerato che l’adozione di un comportamento che non contempli possibilità di scelta da parte dell’utente in merito alle condizioni di utilizzo rappresenta, in tutto e per tutto, una seria violazione alle norme sulle libertà digitali. Tu che cosa ne pensi di tutta questa faccenda Whatsapp-Facebook?
LEGGI ANCHE: Whatsapp Facebook, il Garante della privacy apre un caso d’inchiesta