Eliminare la crittografia che impedisce alla polizia di accedere ai dati di WhatsApp comporta, secondo il dirigente superiore della società, una reale difficoltà a tenere traccia dei terroristi. La richiesta di eliminare la crittografia di WhatsApp è emersa dopo che cinque persone sono state uccise in un attacco, il 22 marzo scorso, ovvero quando Khalid Masood le ha falciate con la sua auto in una folle corsa sul ponte prima di arrestarsi davanti al Parlamento. Si dice che Masood abbia usato proprio WhatsApp prima di eseguire l’attacco.
“L’obiettivo, per i governi, è quello di ottenere il maggior numero possibile di informazioni e, quindi, quando ci sono servizi di messaggistica come WhatsApp che vengono crittografati, il messaggio stesso è crittografato ma i metadati non lo sono affatto. Ciò significa che, quando viene inviato un messaggio, non ne conosciamo il contenuto, ma sappiamo che è il contatto e il destinatario”, spiega Sheryl Sandberg, Chief Operating Officer di Facebook.
“Se le persone si spostano dai paesi con un servizio crittografato verso quelli che non condividono i metadati, il governo ha infatti accesso a meno informazioni. Così, come la tecnologia che evolve, anche queste diventano complicate conversazioni“, ha aggiunto.
Con i crescenti attacchi terroristici che hanno avuto luogo a Londra e in Europa, i social media sono stati oggetto di severe critiche per non fare abbastanza per frenare il terrorismo online. Facebook ha assunto un esercito di oltre 7.000 persone alle quali è stato assegnato il compito di reprimere i terroristi o azioni ritenute ad essi collegati. Facebook conta anche su altre 4.500 persone che cercano di fermare qualsiasi tentativo da parte degli estremisti di truffare il sito e la società e prevede di assumerne altre 3.000 entro quest’anno. “Le nostre politiche Facebook sono molto chiare: non esiste assolutamente alcun posto per il terrorismo, per l’odio o per chi invoca violenze di qualsiasi tipo. Il nostro obiettivo è non solo farlo uscire da Facebook, ma utilizzare l’intelligenza artificiale per ottenere informazioni prima che sia in grado di colpire“, ha detto Sandberg. “Stiamo lavorando in collaborazione con altre aziende tecnologiche. Quindi, se un video viene caricato su una delle nostre piattaforme, siamo in grado di farlo anche per tutti gli altri, in modo da non poter farlo circolare da una piattaforma all’altra“.
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