3I/ATLAS: 9 motivi per cui Loeb sospetta tecnologia aliena

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L’oggetto interstellare che sfida le attese

Nel vasto silenzio dello spazio, 3I/ATLAS attraversa il sistema solare suscitando curiosità e polemiche. Scoperto di recente, questo corpo celeste è il terzo oggetto interstellare mai osservato, e la sua natura continua a dividere la comunità scientifica. Per Avi Loeb, famoso astronomo dell’Università di Harvard, le caratteristiche di 3I/ATLAS potrebbero indicare una tecnologia extraterrestre.

Secondo Loeb, tutto ciò che appare inspiegabile merita attenzione. In un lungo post sul suo blog, ha elencato nove proprietà insolite dell’oggetto, sostenendo che potrebbero segnalare qualcosa di più di una semplice cometa.

Traiettoria sorprendente

Uno degli elementi più intriganti riguarda la traiettoria di 3I/ATLAS, quasi perfettamente allineata con il piano dell’eclittica, dove orbitano i pianeti del sistema solare. Loeb stima che la probabilità di un allineamento così preciso sia solo dello 0,2%. Inoltre, l’oggetto passerà vicino a Marte e Giove, una coincidenza che, secondo lui, potrebbe non essere casuale.

Una coda anomala

Osservazioni astronomiche hanno rilevato una seconda coda, opposta a quella principale che punta normalmente lontano dal Sole. Mentre in molte comete questo fenomeno può essere spiegato come un’illusione ottica, Loeb sottolinea che nel caso di 3I/ATLAS si tratta di un comportamento atipico, che non trova riscontro nelle comete conosciute.

Dimensioni impressionanti

Stime basate sulla massa e sulla densità suggeriscono che il nucleo di 3I/ATLAS superi i 5 chilometri di diametro, rendendolo molto più grande di ‘Oumuamua e 2I/Borisov, gli altri oggetti interstellari precedentemente osservati. La grande dimensione e la scarsità di oggetti più piccoli nel sistema solare rendono questo corpo particolarmente insolito.

Composizione insolita

Analisi spettroscopiche indicano un rapporto estremo di nichel e ferro nel pennacchio gassoso, insolito rispetto ad altre comete. Per Loeb, questo potrebbe suggerire la presenza di materiali prodotti artificialmente. Inoltre, la massa di 3I/ATLAS contiene solo il 4% di acqua, predominando l’anidride carbonica: una caratteristica rara tra le comete del nostro sistema solare.

Polarizzazione estrema e colore blu

Tra le altre anomalie, Loeb evidenzia una polarizzazione negativa estrema, un fenomeno ottico mai osservato in precedenza in corpi simili. Inoltre, man mano che 3I/ATLAS si avvicina al Sole, la sua luminosità appare nettamente più blu del Sole, un comportamento che sfida le aspettative per una cometa tradizionale.

Connessione con il segnale “Wow!”

Avi Loeb suggerisce anche una possibile relazione tra 3I/ATLAS e il famoso Wow! Signal del 1977, un misterioso segnale radio captato dall’Ohio State University. La direzione di arrivo dell’oggetto interstellare coincide entro pochi gradi con quella del segnale, un fatto che Loeb considera intrigante.

Il dibattito scientifico

Non tutti condividono le ipotesi di Loeb. Esperti della NASA e di altre istituzioni ritengono che 3I/ATLAS sia una cometa naturale, osservando che le anomalie possono essere spiegate con fenomeni fisici già noti. Secondo loro, il colore blu, la composizione e le traiettorie atipiche rientrano nella variabilità naturale di oggetti interstellari.

L’importanza della raccolta dati

Nonostante le controversie, Loeb insiste sull’importanza di osservare l’oggetto con attenzione, raccogliendo dati dai telescopi e dalle sonde spaziali. Se anche solo una parte delle sue ipotesi fosse confermata, le implicazioni scientifiche e tecnologiche sarebbero straordinarie, aprendo la porta alla possibilità concreta di vita intelligente oltre la Terra.

3I/ATLAS resta dunque un oggetto di grande fascino: apparentemente simile a una cometa, ma con caratteristiche che sfidano la comprensione. Mentre la comunità scientifica continua a dibattere, il mistero dello spazio profondo stimola curiosità e immaginazione, ricordandoci quanto poco conosciamo dell’universo che ci circonda.

Foto di supra da Pixabay

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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