Melatonina e cuore: l’uso prolungato potrebbe aumentare il rischio di insufficienza cardiaca

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Da anni la melatonina è considerata un rimedio naturale per dormire meglio. In farmacia e online è venduta liberamente, e milioni di persone la assumono quotidianamente per combattere l’insonnia o i ritmi sfasati del sonno. Tuttavia, un nuovo studio internazionale lanciato nel 2025 ha messo in discussione la sua totale innocuità. Secondo i ricercatori, chi assume melatonina per periodi superiori a un anno mostrerebbe un rischio quasi doppio di sviluppare insufficienza cardiaca rispetto a chi non la usa. Un dato che invita a riflettere sul concetto di “naturale” e “sicuro” quando si parla di salute.

Lo studio che ha acceso il dibattito

L’indagine, condotta su oltre 130.000 adulti affetti da insonnia cronica, ha confrontato chi aveva assunto melatonina per almeno dodici mesi con chi non la utilizzava. Nei cinque anni successivi, i ricercatori hanno osservato un’incidenza di insufficienza cardiaca pari al 4,6% tra gli utilizzatori, contro il 2,7% dei non utilizzatori. Anche la mortalità generale risultava più alta nel primo gruppo. Lo studio, pubblicato sulle principali riviste cardiologiche e ripreso da testate come The Washington Post e MedicalXpress, non stabilisce un rapporto di causa-effetto, ma suggerisce un’associazione statisticamente significativa che richiede ulteriori indagini.

Un legame ancora tutto da chiarire

Gli esperti avvertono che questi risultati non significano che la melatonina “faccia male al cuore”. Potrebbero esserci fattori confondenti: chi soffre d’insonnia cronica tende ad avere più stress, disturbi metabolici e uno stile di vita irregolare — tutti elementi che aumentano di per sé il rischio cardiovascolare. Inoltre, lo studio non ha potuto valutare il dosaggio esatto, la qualità del sonno ottenuto o la presenza di altre patologie preesistenti. Tuttavia, la coincidenza tra uso prolungato e aumento dei casi di insufficienza cardiaca solleva interrogativi che la comunità scientifica non può ignorare.

Melatonina: un ormone dalle mille funzioni

La melatonina non è un semplice “calmante naturale”, ma un vero e proprio ormone prodotto dalla ghiandola pineale. Regola i ritmi circadiani, l’alternanza sonno-veglia e ha anche funzioni antiossidanti e immunomodulanti. In condizioni normali, i suoi livelli aumentano al calare della luce e favoriscono l’addormentamento. Tuttavia, un’assunzione esterna e prolungata può alterare il delicato equilibrio ormonale interno. Alcuni studi ipotizzano che l’eccesso di melatonina possa influenzare i recettori cardiaci, interferendo con la pressione arteriosa o con il tono vascolare — meccanismi che, nel tempo, potrebbero contribuire a uno scompenso cardiaco nei soggetti predisposti.

Quando la “pillola del sonno” diventa abitudine

Uno dei rischi principali è la normalizzazione dell’uso quotidiano. La melatonina è spesso percepita come un integratore innocuo, ma pochi considerano che, assunta per mesi o anni, agisce come un ormone esogeno. Il problema non è la dose occasionale, ad esempio per il jet-lag o periodi brevi di insonnia, ma l’uso cronico senza controllo medico. Inoltre, molte formulazioni in commercio variano enormemente nella concentrazione: alcuni integratori contengono fino a cinque volte la dose indicata in etichetta, secondo un’analisi dell’Università di Toronto.

Il paradosso del sonno e del cuore

Dormire male è un noto fattore di rischio cardiovascolare: aumenta i livelli di cortisolo, altera la pressione e riduce la capacità del cuore di riposare. Per questo, è possibile che il nesso tra melatonina e insufficienza cardiaca rifletta in parte gli effetti dell’insonnia stessa, più che della sostanza. Ma il messaggio resta chiaro: il sonno va curato, non solo “sedato”. Migliorare l’igiene del sonno — con orari regolari, riduzione dell’esposizione agli schermi e tecniche di rilassamento — resta la prima linea di difesa per il benessere del cuore.

Quando parlarne con il medico

Chi assume melatonina ogni notte da più di qualche mese dovrebbe confrontarsi con il proprio medico o con uno specialista del sonno. Non si tratta di smettere di colpo, ma di valutare alternative e verificare lo stato di salute cardiovascolare, specialmente se si soffre di ipertensione, aritmie, obesità o diabete. In molti casi, una riduzione graduale della dose o una somministrazione ciclica può ridurre i rischi senza compromettere la qualità del riposo.

Una lezione di prudenza

La melatonina resta uno strumento utile, ma come ogni sostanza attiva va usata con consapevolezza. L’idea che “naturale” equivalga a “sicuro” è uno dei malintesi più diffusi della medicina moderna. Il corpo umano è un sistema complesso, e anche gli ormoni più delicati — come la melatonina — possono avere effetti collaterali se usati senza guida. In attesa di ulteriori studi, la regola resta la stessa: informarsi, ascoltare il proprio corpo e ricordare che il vero riposo non arriva da una pillola, ma da un equilibrio tra mente, corpo e ritmo di vita.

Foto di Ali Hajiluyi su Unsplash

Annalisa Tellini
Annalisa Tellini
Musicista affermata e appassionata di scrittura Annalisa nasce a Colleferro. Tuttofare non si tira indietro dalle sfide e si cimenta in qualsiasi cosa. Corista, wedding planner, scrittrice e disegnatrice sono solo alcune delle attività. Dopo un inizio su una rivista online di gossip Annalisa diventa anche giornalista e intraprende la carriera affidandosi alla testata FocusTech per cui attualmente scrive

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