Un allarme senza precedenti arriva dal tetto del mondo. La regione dell’Hindu Kush Himalaya, che si estende tra Afghanistan, Pakistan, India, Nepal, Bhutan e parte della Cina, ha registrato quest’anno i livelli di neve più bassi mai osservati. Gli scienziati parlano di un calo drastico delle nevicate stagionali, con implicazioni allarmanti per l’intera Asia meridionale.
Questa vasta catena montuosa alimenta alcuni dei più grandi fiumi del continente, come il Gange, l’Indo, il Brahmaputra e il Mekong. La neve invernale, accumulandosi sui versanti montani, rappresenta una riserva d’acqua fondamentale per i mesi primaverili ed estivi. Ma quest’anno, a causa di temperature insolitamente elevate e precipitazioni scarse, quella riserva rischia di essere gravemente insufficiente.
Himalaya Senza Neve: A Rischio l’Acqua per 2 Miliardi di Persone
Secondo un recente rapporto pubblicato dall’International Centre for Integrated Mountain Development (ICIMOD), l’ammanco di neve ha raggiunto livelli critici. In alcune aree, la copertura nevosa è stata inferiore del 30-50% rispetto alla media degli ultimi trent’anni. Il 2024 potrebbe passare alla storia come l’anno più arido mai registrato nella regione.
Le conseguenze potrebbero coinvolgere fino a 2 miliardi di persone, ovvero quasi un quarto della popolazione mondiale. Agricoltura, produzione idroelettrica, approvvigionamento urbano e consumo domestico dipendono dai flussi d’acqua provenienti da questi ghiacciai. Una diminuzione significativa della neve compromette direttamente la sicurezza alimentare e idrica di intere nazioni.
Gli scienziati puntano il dito contro il cambiamento climatico, in particolare il riscaldamento globale causato dalle emissioni di gas serra. L’Himalaya si sta riscaldando a una velocità doppia rispetto alla media globale, accelerando lo scioglimento dei ghiacciai e alterando i modelli di precipitazione. Un circolo vizioso che rischia di diventare irreversibile.
La competizione per l’acqua potrebbe diventare una fonte di instabilità regionale
La crisi attuale potrebbe anche scatenare tensioni geopolitiche. I paesi attraversati dai grandi fiumi asiatici hanno già in passato avuto divergenze sull’uso delle risorse idriche. In un contesto di scarsità crescente, la competizione per l’acqua potrebbe diventare una fonte di instabilità regionale.
Le organizzazioni internazionali chiedono un intervento immediato. Misure di adattamento climatico, cooperazione transfrontaliera sulla gestione dell’acqua e riduzione delle emissioni sono ormai urgenti. Altrimenti, il rischio è che eventi estremi come questo diventino la nuova normalità.
Per le popolazioni locali, però, il futuro è già oggi. Gli agricoltori lamentano campi aridi, le centrali idroelettriche lavorano al minimo e milioni di persone iniziano a fare i conti con razionamenti e scarsità. L’Hindu Kush Himalaya lancia un segnale forte: la crisi climatica è reale e sta già cambiando il volto dell’Asia.
Foto di Balaji Srinivasan da Pixabay
