Scienza

Camminare lentamente e invecchiamento precoce: lo strano collegamento di uno studio

Invecchiare preoccupa un po’ tutti. Non è tanto l’avanzare degli anni che preoccupa, ma il non sapere come il corpo potrebbe reagire a questo processo così naturale eppure così spaventoso. Ci sono molto variabili in gioco e difficilmente si riesce ad indovinare cosa il futuro riserberà. È anche vero che negli ultimi anni molti studi hanno fornito sempre più risposte su questo trovando alcuni sintomi che col passare degli anni portano a determinate evoluzioni. Per esempio, uno studio della durata di ben quarant’anni ha scoperto un collegamento tra il modo di camminare e l‘invecchiamento precoce.

Come da titolo, secondo uno studio portato avanti da un team neozelandese, camminare lentamente potrebbe essere un segnale d’allarme, o un sintomo, che caratterizza l’invecchiamento precoce. Sono arrivati a questo risultato tenendo sotto osservazione individui nati nell’inizio degli anni settanta, per l’esattezza poco più di 900 bambini. Sono stati seguiti per oltre 40 anni.

 

Camminare lentamente e invecchiamento precoce

La dichiarazione di tre membri del team. Line J.H. Rasmussen, biomedico presso la Duke University: “La cosa davvero sorprendente è che abbiamo rilevato questi parametri nelle persone di 45 anni, non nei pazienti geriatrici che di solito vengono valutati con tali misure“.

Terrie E. Moffitt, psicologa sempre presso la Duke University: “Questo studio ha riguardato il periodo che va dall’età prescolare alla mezza età e ha scoperto che una camminata lenta è un segno problematico decenni prima della vecchiaia. Sorprendentemente, nel nostro studio, la velocità dell’andatura era associata non solo al funzionamento neurocognitivo concomitante in età adulta, ma anche al funzionamento neurocognitivo nella prima infanzia”.

Stephanie Studenski, geriatra presso l’Università di Pittsburgh: “Non dovremmo supporre che i risultati scarsi dei test cognitivi nei bambini di tre anni li condannino in qualche modo a problemi per tutta la vita. Ma piuttosto, guarda in generale a ciò che potrebbe contribuire a prestazioni peggiori ed esplora strategie per migliorare questi contributori”.

Giacomo Ampollini

Recent Posts

L’impatto del fumo sui geni: come le sigarette possono modificarli anche dopo 30 anni

Le sigarette, notoriamente dannose per la salute umana, continuano a influenzare il corpo anche molto tempo dopo che una persona…

16 Settembre 2024

Amazon: le nuove offerte tecnologiche da non farsi scappare

Siete alla ricerca di qualche promozione interessante sui prodotti tecnologici? Amazon potrebbe avere ciò che fa al caso vostro. L'e-commerce…

16 Settembre 2024

Le malattie che I piccioni possono trasmettere all’uomo e come prevenirle

I piccioni, spesso considerati una parte integrante dell’ambiente urbano, sono anche portatori di malattie che possono essere trasmesse all’uomo. La presenza…

15 Settembre 2024

Marte: Un’Antica “Faccina Sorridente” Potrebbe Contenere Segni di Vita

Una recente scoperta su Marte ha riacceso l'interesse per la possibilità di vita passata sul Pianeta Rosso. Un team di…

15 Settembre 2024

Combatte l’Herpesvirus: svelato il meccanismo di difesa che controlla le infezioni latenti

La scoperta recente di un meccanismo di difesa del cervello contro l'herpesvirus ha aperto nuove strade nella comprensione di come…

15 Settembre 2024

L’uomo in evoluzione: cosa succede nelle nostre braccia

Una specie non è qualcosa di statico, ma si trova in costante evoluzione. Ovviamente i cambiamenti in questione non si…

15 Settembre 2024