Una delle speranze all’inizio della pandemia era che un clima più caldo avrebbe favorito la scomparsa del virus. È arrivate l’estate con le sue temperature più alte e niente è cambiato, anzi. Da questo si potrebbe evincere che il tempo potrebbe non avere un impatto così pesante, ma l’arrivo dell’autunno e dell’inverno porterà cambiamenti evidenti.
Il motivo è che in realtà le temperature più calde hanno effettivamente influito sulla trasmissione, in senso positivo. In regioni che hanno mantenuto politiche attive atte a ridurre il contagio, l’arrivo di un clima più caldo ha aiuto la diminuzione dei contagi; da noi questo non è successo, per esempio, perché molti degli obblighi sono di fatto decaduti.
Coronavirus: il pericolo delle temperature più fredde
Le parole di Adam Kaplin, uno degli autori dello studio: “Sulla base delle nostre prime scoperte, crediamo che questo autunno combatteremo una battaglia in salita ancora più grande, perché lo stesso livello di interventi sociali usati per prevenire la diffusione del virus quest’estate non lo conterrà in autunno o l’inverno a causa delle temperature più basse. Dobbiamo considerare se aprire o meno le cose per guadagni finanziari a breve termine ora valga la significativa perdita di vite umane e di dollari che potrebbe verificarsi se non agiamo per contenere la diffusione virale prima che le temperature inizino a scendere”.
Grazie ad alcune osservazioni, hanno notato il cambiamento dovuto alle temperature. Per esempio, a Singapore è stato registrato un tasso di diffusione più basso rispetto alla Turchia che aveva in media temperature molto più basse. Ovviamente questo discorso ha un’importanza solo fino a un certo punto. L’uso di mascherine e il distanziamento sociale risultano la migliore arma contro il virus, allo stato attuale perlomeno.