Secondo gli esperti, il diabete di tipo 2 non sempre presenta dei sintomi che comportano malessere: spesso può rimanere sopito nel tempo causando fastidi non direttamente collegabili ad esso. Il diabete è legato alla produzione ridotta o nulla dell’insulina. La capsulite adesiva, meglio nota come spalla congelata, potrebbe essere il segnale d’allarme della presenza del diabete.
Il diabete di tipo 2 è il tipo più diffuso di diabete. Si manifesta quando il pancreas produce poca insulina oppure non è sufficiente alle necessità del corpo. In entrambi i casi, i livelli di glucosio nel sangue sono troppo alti perché l’azione regolatrice dell’insulina viene meno. Se non curato, il diabete di tipo 2 può portare a malattie cardiocircolatorie.
Tuttavia, non sempre questa malattia si manifesta con sintomi che fanno stare male o che siano ad essa immediatamente riconducibili. Uno di quest’ultimi è, secondo i medici, la capsulite adesiva, meglio conosciuta come spalla congelata. Si tratta di una condizione articolare, caratterizzata da una rigidità che progressivamente limita la mobilità della spalla, con conseguente aumento del dolore. Secondo le ultime ricerche in merito, chi è affetto dal diabete ha il doppio delle possibilità di soffrire di spalla congelata rispetto a chi non ha problemi di glicemia.
Secondo il Dott. Richard Bernstein, pioniere nella ricerca sul diabete, il diabete ha ripercussioni sul collagene nella spalla, il quale tiene insieme le ossa all’interno dell’articolazione. Se le molecole di zucchero si attaccano, il collagene può diventare appiccicoso, limitando il movimento dell’articolazione e causando l’irrigidimento della spalla. Quindi, se non si effettuano controlli, a lungo andare gli alti livelli di glucosio nel sangue possono portare a problemi muscolare e ossei.
La cura per la spalla congelata dipende dall’entità del problema. A breve termine la spalla congelata solitamente migliora con il tempo, anche se può richiedere fino a 3 anni. L’obiettivo del trattamento è quello di controllare il dolore, tramite farmaci, e ripristinare il movimento e i muscoli attraverso la fisioterapia. Un’iniezione di steroidi per ridurre l’infiammazione può alleviare i sintomi, mentre un intervento chirurgico può essere preso in considerazione qualora le altre cure non siano di alcun beneficio. Un trattamento a lungo termine, invece, consiste nel rivedere il proprio stile di vita per mantenere i livelli di zucchero sotto controllo: a questo scopo sono necessari attività fisica e dieta.
Due ore e mezza a settimana sono la quantità ideale di esercizio fisico. L’importante è non rimanere senza fiato. La regola che impone una dieta per il diabete di tipo 2 è la riduzione di determinati alimenti, ossia quelli ad alto contenuto di carboidrati. Questi tipi di cibi vengono scomposti in zuccheri molto velocemente durante la digestione, innalzando la glicemia. Per sapere quali alimenti hanno un alto o un basso contenuti di carboidrati, si può ricorrere all’indice glicemico (IG). Un alimento con valore basso (uguale o minore di 55) viene digerito, assorbito e metabolizzato lentamente: lo zucchero nel sangue, così come l’insulina, aumenta impiegando più tempo e in modo più graduale. È, quindi, importante limitare le quantità di alimenti contenenti carboidrati per tenere i valori del sangue sotto controllo.
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