Great Blue Hole: gli scienziati vogliono saperne di più

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Dopo uno studio molto dettagliato di oltre tre settimane, gli scienziati impegnati nello studio del Great Blue Hole hanno condiviso online alcune delle loro scoperte. Con lo scopo di ampliare le attuali conoscenze su uno dei siti di immersione più interessanti al mondo.

Il Great Blue Hole, o “Grande Voragine Blu” è una grande e antica dolina situata al largo della costa del Belize. Con oltre 300 metri di larghezza e circa 125 metri di profondità, è una delle più grandi in tutto il mondo.

 

Le recenti ricerche

La missione, conclusa lo scorso anno, finanziata in parte dal fondatore della Virgin e dal miliardario Richard Branson, prevedeva l’utilizzo di tecnologie avanzate per scoprire quanto più possibile sulla cavità oceanica.

Gli scienziati hanno dovuto effettuare quasi due dozzine di immersioni per poter ottenere una mappa 3D della dolina, utilizzando avanzate apparecchiature sonar per catturare filmati unici e mai visti prima. Ciò ha permesso di acquisire delle immagini della vita sottomarina lungo le formazioni di stallattiti.

L’oceanografa Erika Bergman ha pubblicato sul suo blog i risultati della mappatura ad alta risoluzione. Lei stessa è stata la pilota di uno dei due mini sub dotati di sonar multibeam. Così ha scritto: “Laggiù era un mondo ultraterreno e i nostri dati sono un modo in più per condividere questa rivelazione“.

Grazie alla strumentazione di bordo, i ricercatori hanno scoperto che il fondo della fossa era “completamente anossico“, cioè privo di ogni traccia i ossigeno. Bergman ha affermato, parlano con la CNN, che l’assenza di questo gas ha rappresentato un ostacolo nella missione. Alcune “tracce” in fondo alla dolina rimangono ancora “aperte all’immaginazione“.

La scienziata ha inoltre riferito di un “cimitero di conchiglie“, un luogo in cui lei e i suoi colleghi hanno potuto osservare centinaia di molluschi morti. Probabilmente caduti in quel luogo dopo che non sono stati in grado di resistere sulle pareti ripide o sopravvivere a lungo senza ossigeno.

Con grande sorpresa, Bergman ha notato che l’acqua all’interno della dolina era priva di tracce dell’impatto umano. La squadra ha raccolto solamente tra piccoli pezzi di plastica.

 

 

 

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