Nonostante decenni di campagne di prevenzione, l’Europa è oggi il continente con il più alto tasso di fumatori al mondo. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che nel suo ultimo rapporto ha registrato un dato preoccupante: il 24,1% degli europei sopra i 15 anni consuma tabacco, superando il Sud-est asiatico, da sempre la regione con i livelli più elevati.
Tra le donne, il quadro è ancora più allarmante. Con il 17,4% di fumatrici, l’Europa guida anche questa triste classifica, ben al di sopra di qualsiasi altra regione globale.
Un’inversione di tendenza che, secondo l’OMS, minaccia di cancellare anni di progressi nella lotta al tabagismo. Ma il problema, oggi, non riguarda solo le sigarette tradizionali: a preoccupare sempre di più sono i nuovi prodotti a base di nicotina, come le sigarette elettroniche e i dispositivi a tabacco riscaldato.
L’avanzata silenziosa dello svapo
Il fenomeno dello svapo si sta diffondendo in modo esplosivo tra i giovani europei. Il rapporto OMS 2024 ha rilevato che più di 86 milioni di adulti nel mondo usano sigarette elettroniche, con Europa e Americhe ai primi posti per prevalenza (rispettivamente 4,6% e 4,8% tra gli over 15).
Ancora più allarmante è il dato sugli adolescenti: oltre 14 milioni di ragazzi tra i 13 e i 15 anni svapano regolarmente. Un numero che, secondo l’OMS, potrebbe essere addirittura sottostimato, poiché solo il 75% della popolazione mondiale è incluso nei sondaggi ufficiali.
Dietro questa nuova ondata di consumo c’è una strategia di marketing aggressiva da parte dell’industria del tabacco, che propone i nuovi dispositivi come alternative “sicure” o “meno dannose”. In realtà, spiegano gli esperti, la nicotina resta una sostanza altamente tossicodipendente, capace di alterare i circuiti cerebrali del piacere e di favorire la dipendenza fin dalle prime esposizioni.
Dai pacchetti alle pod colorate: il fascino ingannevole del “nuovo fumo”
Le nuove generazioni crescono in un contesto dove fumare non è più un gesto adulto o trasgressivo, ma un’abitudine travestita da stile di vita. Sigarette elettroniche colorate, dal design curato e dai gusti dolci o fruttati, sono diventate accessori di moda più che strumenti di consumo.
Secondo l’OMS, questo linguaggio estetico e psicologico ha spostato l’attenzione: non si fuma più per ribellione, ma per appartenenza, per sentirsi parte di una tendenza.
Eppure, le conseguenze sono tutt’altro che leggere: lo svapo precoce raddoppia la probabilità di passare al fumo tradizionale e può compromettere lo sviluppo cognitivo e cardiovascolare nei più giovani.
“Questi prodotti non stanno aiutando a smettere di fumare — ha dichiarato l’OMS —, stanno semplicemente reclutando una nuova generazione di dipendenti da nicotina.”
Il paradosso europeo: più regole, ma meno risultati
Dal 2000 al 2020, l’Europa aveva segnato un progresso importante, riducendo la percentuale di fumatori dal 35% al 24%. Tuttavia, negli ultimi anni il calo si è quasi fermato, mentre altre regioni del mondo — come il Sud-est asiatico — hanno continuato a scendere.
La causa, secondo gli analisti, è duplice: da un lato la frammentazione delle politiche nazionali (con regole diverse tra Paesi UE), dall’altro la sottovalutazione dell’impatto dei nuovi dispositivi a base di nicotina.
Mentre molte campagne restano concentrate sul fumo tradizionale, lo svapo e i prodotti “heat-not-burn” sfuggono ancora a controlli uniformi, trovando spazio tra le maglie della legislazione.
Il ritorno del tabacco, tra disuguaglianze e marketing
L’Europa resta un continente diviso anche nel fumo. Nei Paesi del Nord e dell’Ovest, dove i programmi di prevenzione sono più radicati, le percentuali si mantengono più basse. In quelli dell’Est, invece, il tabacco continua a essere parte della cultura quotidiana: simbolo di socialità, routine e stress lavorativo.
Nel frattempo, l’industria del tabacco ha saputo reinventarsi. Non più sigarette nei pacchetti, ma nicotina “tech”, confezionata in dispositivi eleganti e venduta con lo stesso linguaggio dei prodotti digitali. Il risultato è che la dipendenza si è modernizzata, ma non è mai scomparsa.
L’appello dell’OMS: agire subito
L’Organizzazione Mondiale della Sanità invita i governi europei a rafforzare con urgenza le misure di controllo, vietando la pubblicità dei prodotti a base di nicotina e limitando la vendita ai minori.
Serve, spiega l’OMS, un approccio globale: educazione, regolamentazione e accesso facilitato ai programmi di cessazione del fumo, anche per chi utilizza sigarette elettroniche.
Il rischio è quello di vanificare vent’anni di progressi, tornando indietro di una generazione nella lotta alla dipendenza da nicotina.
Un continente in bilico tra progresso e dipendenza
L’Europa, che un tempo dettava le linee guida del controllo del tabacco, si trova ora davanti a una sfida inattesa: fermare la rinascita della dipendenza, in una forma nuova e più seducente.
Dietro la promessa di “riduzione del danno” si nasconde un pericolo ben noto: la normalizzazione del fumo, sotto nuove vesti e nuovi sapori.
E mentre i numeri crescono, il messaggio dell’OMS resta chiaro: il vero nemico non è solo il tabacco, ma la dipendenza stessa, qualunque forma essa assuma.
Foto di Andres Siimon su Unsplash

