La clonazione sembra già una procedura ampiamente utilizzata, ma ovviamente è ancora una procedura non esplorata a fondo, grezza in un certo senso e che si tira dietro una serie di problemi etici e morali non ignorabili. Detto questo è anche vero che da tempo si sono aperte porto fino ad ora chiusa e Jurassic Park da essere un semplice film fantascienza è diventato un filo più realistico. Per esempio, una notizia non esattamente nuova è quella che vede un team di scienziati giapponesi e russi impegnati nel tentativo di clonare un mammut.
La speranza di questo obiettivo si è ravvivata recentemente quando il team ha raggiunto uno step importante. Uno studio pubblicato da poco ha evidenziato come sono riusciti con successo a risvegliare una cellula di un esemplare conservato quasi perfettamente e datato 28.000 anni; si tratta di Yuka, il mammut lanoso ritrovato in Siberia nel 2012.
Per riuscite in questo gli scienziati hanno usato un processo noto come trasferimento nucleare ovvero hanno preso delle strutture nucleari dal mammut e le hanno impiantate negli ovociti di un topo; la scelta di queste cellule è data dal fatto che sono altamente specializzate e che favoriscono lo sviluppo embrionale. Tenendole sotto controllo sono riusciti ad osservare delle reazione all’ambiente e si trattava di attività biologica.
Ecco una dichiarazione fatta da Akira Iritani, uno degli scienziati impegnati nel progetto: “Stavo guardando al microscopio di notte mentre ero da solo in laboratorio. Ero così commosso quando ho visto le cellule muoversi, speravo in questo da 20 anni. Adesso Vogliamo spostare il nostro studio in avanti verso lo stadio della divisione cellulare; abbiamo ancora molta strada da fare.”
La divisione cellulare è effettivamente il prossimo step e sarà complicato riuscirci, ma in caso di un altro successo allora la strada per la clonazione di questi giganti estinti risulterà qualcosa di quasi palpabile.
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