Su Marte, due occhi non bastano. Ecco perchè la NASA ne sta sviluppando ben 23 per il suo prossimo veicolo che solcherà la sua superficie. E questo è il nuovo robot che toccherà il suo marziano nel 2020.
Sembra essere lontano il primo veicolo che attraversò il suolo del pianeta rosso, il Sojouner, nel 1997 (era all’interno della nave Pathfinder): aveva 3 occhi. Domani, ne disporremo di 23. Questa visione migliorata aiuterà a superare gli ostacoli nel terreno e permetterà di analizzare i campioni che raccoglieremo. Inoltre, per la prima volta nell’esplorazione del pianeta, scatterà foto mentre si aprirà il paracadute nella vertiginosa discesa verso la superficie.
Quella prima missione, in realtà, aveva cinque telecamere: due nella nave “madre”. I successori, Spirit e Opportunity ne hanno 10 ciascuno, compresi quelli della navicella che li hanno portati in superficie. L’ultimo robot, Curiosity, che come Opportunity ancora solca il pianeta Marte, ne ha 17, comprese quelle del modulo di discesa, il Mars Science Laboratory.
“La tecnologia della fotocamera continua ad evolversi. Ogni missione successiva può utilizzare questi miglioramenti, con migliori prestazioni e costi ridotti“: queste le parole di Justin Maki, scienziato del Jet Propulsion Laboratory della NASA, che partecipa alla progettazione del veicolo.
Ma come saranno le nuove fotocamere della missione prevista per il 2020? Avranno sicuramente la possibilità di scattare immagini con più colore e saranno 3D, rispetto a quelle di Curiosity. Questi dispositivi saranno ideali per l’esame delle caratteristiche geologiche del pianeta, con la possibilità di prelevare campioni e scoprire l’erosione del suolo anche alla distanza di un campo di calcio (circa 100 metri).
Lo sviluppo di tante fotocamere con notevoli progressi persegue uno scopo: aumentare il tempo che il robot dedica ai suoi compiti scientifici. È l’obiettivo centrale della missione non solo sarà quello di cercare margini di condizioni abitabili nel passato marziano, ma di cercare la vita microbica. Se ce n’è stata una prima d’ora.
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