Funzionari sanitari statunitensi hanno annunciato appena questo venerdì di aver identificato un caso insolito di quello che viene comunemente definito come il morbo della mucca pazza in un esemplare da carne in un impianto di macellazione nella Carolina del Sud. Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha dichiarato che l’esemplare in questione non è mai entrata nei canali di macellazione e al momento non ha di fatto rappresentato alcun rischio per l’approvvigionamento alimentare o la salute umana nel paese.
Secondo quanto riportato finora, gli Stati Uniti mantengono uno stato di rischio trascurabile per l’Encefalopatia Spongiforme Bovina, o BSE, il nome ufficiale del morbo della mucca pazza. Hanno assicurato che questa scoperta non avrebbe implicazioni commerciali in quanto non avrà a bloccare lotti di carne già venduti anche se ovviamente scatterà un po’ di panico.
Torna la mucca pazza?
La malattia della mucca pazza, se consumata attraverso carne contaminata, è collegata a una condizione umana mortale chiamata malattia di Creutzfeldt-Jakob. La variante atipica della malattia si verifica sporadicamente nei bovini più anziani, mentre la forma classica si diffonde quando gli allevatori nutrono le mandrie con farine di carne e ossa di animali infetti, ma il rischio maggiore è legato all’ingerimento di parti del cervello. La forma classica presenta un rischio maggiore per la salute umana.
Questa recente scoperta in realtà segna il settimo caso di rilevamento della BSE negli Stati Uniti negli ultimi due decenni, con tutti i casi atipici tranne uno, secondo i funzionari. Precedenti episodi del morbo della mucca pazza in paesi come Stati Uniti, Canada, Israele, Europa e Giappone hanno provocato interruzioni significative del commercio alimentare globale, per miliardi di dollari. Tuttavia, l’agenzia sanitaria statunitense rimane fiduciosa che questa nuovo caso nello specifico non altererà lo stato di rischio trascurabile degli Stati Uniti e non prevede alcuna complicazione commerciale derivante da ciò.