Un nuovo studio pubblicato su PLOS Pathogens rivela che un probabile nuovo focolaio di SARS potrebbe essere causato da pipistrelli infettati dal virus in Cina.
Il gruppo di ricercatori che ha condotto lo studio proviene dall’Accademia cinese delle scienze di Wuhan. Gli scienziati hanno studiato per 5 anni virus individuati in varie specie di pipistrelli.
L’ultima epidemia risale al 2003 e questo recente studio collegherebbe il virus SARS ad un tipo particolare di pipistrelli chiamati a ferro di cavallo localizzati in una grotta dello Yunnan (Cina).
Secondo la ricerca, l’origine del virus che ha provocato la pandemia di SARS nel 2002-2003 sarebbe dovuto allo scambio di materiale genetico tra diversi ceppi di coronavirus che infettano pipistrelli a ferro di cavallo (Rhinolophus sinicus). La sindrome respiratoria acuta grave ha provocato, secondo le stime relative al 2003, centinaia di morti in vari Paesi.
La specie di pipistrelli individuata in Cina con ceppo di coronavirus SARS
Poco dopo lo sviluppo della pandemia, è emerso il sospetto che un virus passato da pipistrelli ad esseri umani fosse responsabile della SARS ma nessun campionamento effettuato su comuni pipistrelli aveva individuato un ceppo di coronavirus simile a quello che aveva innescato la malattia.
Il team dell’Accademia di Wuhan (Ben Hu ed i suoi colleghi) è riuscito ad identificare 10 nuovi ceppi di coronavirus seguendone i rapporti evolutivi. In tal modo, gli scienziati hanno scoperto che alcuni ceppi contenevano tutti gli ‘ingredienti’ essenziali per la creazione genetica del coronavirus umano responsabile della malattia nell’uomo.
L’idea dei ricercatori è questa: da una ricombinazione genetica (scambio di parti di RNA) in alcune cellule infettate da più virus è seguita un’evoluzione di vari ceppi di coronavirus (incluso quello responsabile della SARS).
Approfondendo le sperimentazioni, Hu e colleghi hanno dimostrato che alcuni ceppi virali appena individuati sono capaci di penetrare nelle cellule umane utilizzando lo stesso recettore cellulare sfruttato dal coronavirus.
Da questa scoperta, il team suggerisce che all’interno della grotta nello Yunnan i pipistrelli a ferro di cavallo possano racchiudere in sé ceppi virali trasmissibili agli esseri umani direttamente.
Di conseguenza, gli scienziati hanno chiesto di istituire un monitoraggio costante di questa grotta ma anche di altri luoghi, potenziali focolai del virus che ha scatenato la malattia.
Cosa c’è da sapere sulla malattia SARS
La sigla SARS (Severe acute respiratory syndrome) indica una “sindrome acuta respiratoria grave” (o “severa”), in particolare una forma atipica di polmonite. E’ apparsa nel 2002, per la prima volta, nella provincia di Guangdong (Canton) in Cina ed è stata identificata dal medico e microbiologo italiano Carlo Urbani (tra le vittime della malattia).
E’ mortale nel 15% circa dei casi in cui completa il suo corso con un tasso di letalità del 7% di soggetti che contraggono l’infezione da coronavirus (virus a forma di corona).
Attualmente, la malattia è considerata relativamente rara: 8096 casi registrati nel 2003 e 800 morti.
I sintomi iniziali sono di tipo influenzale (febbre, disturbi gastrointestinali, tosse, mal di gola, mialgia, letargia). Tutti coloro che contraggono il virus hanno un sintomo in comune: febbre superiore a 38°C. In seguito, può comparire dispnea.
Di solito, il periodo di incubazione va da 2 a 10 giorni dall’esposizione. La quantità di piastrine e leucociti risulta spesso elevata, nel 10-20% dei casi è necessaria la ventilazione artificiale.
Qualsiasi condizione di polmonite atipica o sindrome da distress respiratorio potrebbe rivelarsi un sospetto caso di SARS. Attualmente, non esiste un test di screening rapido per diagnosticare la malattia.
L’ipotesi iniziale dei gatti civetta
Inizialmente, si pensava che la malattia fosse originata dai gatti civetta (o zibetti asiatici) che venivano venduti nei mercati di animali. Secondo quanto ha riportato Understanding Evolution, questi gatti venivano, a volte, mangiati.
Il nuovo studio di Hu e colleghi rafforza la teoria secondo cui i gatti sono stati infettati da un altro animale, proprio il pipistrello a ferro di cavallo, non pipistrelli comuni ma questa specie che è stata analizzata ed in cui hanno trovato 10 nuovi tipi di virus correlati alla SARS.
Il virologo Zhengli Shi del Wuhan Institute of Virology ha confermato che i virus in questi pipistrelli potrebbero creare un coronavirus simile al ceppo che ha causato l’epidemia nel 2003. Alcuni elementi del DNA dei virus rivelano segni dello stesso remix genetico. Science News sottolinea che c’è la possibilità che i virus possano ‘saltare’ nelle cellule umane sviluppando un’infezione diretta, come ha affermato Matthew Firieman, virologo dell’Università del Maryland a Baltimora Fisher.
I pipistrelli a ferro di cavallo rappresenterebbero, quindi, una minaccia per la vita umana ma i ricercatori sono contrari allo sterminio di questa specie, che svolge un ruolo ecologico essenziale nel proprio habitat come l’impollinazione. Intendono continuare a studiare questa specie per saperne di più su come funziona il virus allo scopo di prevenire eventuali future epidemie.