Un incontro ravvicinato (di cui ci siamo accorti tardi)
Un asteroide è appena passato a 430 chilometri dalla superficie terrestre, una distanza minore di quella che separa Porto dall’Algarve, in Portogallo. E, incredibilmente, ce ne siamo accorti solo dopo.
L’oggetto spaziale, denominato 2025 TF, è transitato sopra l’Antartide nella notte tra il 30 settembre e il 1° ottobre, alle 00:47:26 UTC, secondo quanto riportato dal Centro per i Pianeti Minori (IAU). Si tratta del secondo passaggio più ravvicinato mai registrato, dopo quello dell’asteroide 2020 VT4, che nel 2020 passò a soli 368 chilometri dalla Terra.
Un margine sottilissimo, quasi un “saluto cosmico”, che ha sorpreso la comunità scientifica per un motivo preciso: nessuno lo aveva visto arrivare.
Un gigante mancato: piccolo ma rapidissimo
L’asteroide non rappresentava una minaccia reale. Con un diametro stimato tra 1 e 3 metri, anche nel caso di impatto non avrebbe causato danni significativi. Al massimo, avrebbe generato un bolide luminoso, visibile come una breve scia nel cielo, e forse qualche piccolo frammento — un meteorite — disperso in qualche punto remoto dell’Antartide.
Ma la vera curiosità è la velocità e l’invisibilità del passaggio. Il corpo celeste ha viaggiato a una velocità stimata di decine di migliaia di chilometri orari, eppure nessun osservatorio terrestre l’ha intercettato in tempo reale.
Solo ore dopo il suo passaggio, il Kitt Peak-Bok Observatory in Arizona ha segnalato la presenza dell’oggetto, grazie ai dati raccolti dal Catalina Sky Survey, che lo aveva “registrato” per caso due ore dopo il massimo avvicinamento.
Come si è potuto “perdere” un asteroide così vicino?
È una domanda che gli astronomi si pongono ogni volta che un evento del genere si verifica. La risposta, spiegano gli esperti, sta nella dimensione ridotta e nella traiettoria sfuggente.
Oggetti di pochi metri sono estremamente difficili da rilevare: riflettono pochissima luce solare e possono passare inosservati fino a quando non si avvicinano pericolosamente alla Terra.
Nel caso di 2025 TF, la sua orbita lo ha fatto arrivare dalla direzione del Sole, una delle più problematiche per i telescopi terrestri, che non possono osservare contro la luminosità solare senza rischiare danni agli strumenti.
Il risultato? L’asteroide è entrato ed è uscito dal nostro campo visivo senza preavviso, ricordandoci quanto il sistema di monitoraggio degli oggetti vicini alla Terra (NEO, Near-Earth Objects) sia ancora imperfetto per i corpi più piccoli.
Un rischio calcolato, ma non nullo
Gli astronomi sottolineano che non c’è stato alcun pericolo reale per il nostro pianeta. Un oggetto delle dimensioni di 2025 TF, anche se avesse colpito la Terra, si sarebbe disintegrato quasi completamente nell’atmosfera.
Tuttavia, l’episodio riaccende il dibattito sulla sorveglianza spaziale e sulla necessità di migliorare le tecnologie di rilevamento precoce, specialmente per gli asteroidi più piccoli ma più frequenti.
Secondo i dati della NASA e dell’ESA, ogni anno passano vicino alla Terra migliaia di piccoli asteroidi, e molti vengono scoperti solo dopo il transito. I più grandi, quelli con diametri superiori ai 140 metri, sono invece monitorati costantemente: nessuno di questi rappresenta una minaccia nei prossimi cento anni. Ma i “sassolini cosmici” come 2025 TF restano un buco cieco nei radar astronomici.
2025 TF tornerà (ma da lontano)
Dopo il suo sorvolo radente, 2025 TF ha ripreso la sua corsa nello spazio profondo. Gli scienziati calcolano che tornerà a far visita alla Terra, ma la prossima volta manterrà una distanza di sicurezza: circa 8 milioni di chilometri, pari a 21 volte la distanza tra la Terra e la Luna.
Un margine che, almeno per ora, ci consente di tirare un sospiro di sollievo.
Quando il cielo ci sorprende
Eventi come questo ricordano che, nonostante le nostre tecnologie, il cielo conserva ancora i suoi misteri. Un frammento di roccia largo pochi metri, proveniente da chissà dove, è riuscito a passare tra noi e il vuoto dello spazio senza che ce ne accorgessimo.
Non era un pericolo, ma un promemoria cosmico: la Terra naviga in un sistema dinamico, pieno di corpi erranti che ci sfiorano, a volte invisibili, altre spettacolari.
E mentre 2025 TF sfreccia di nuovo nel buio, gli scienziati continuano a guardare il cielo, un po’ più consapevoli che il prossimo “ospite imprevisto” potrebbe già essere in viaggio verso di noi.

