Yellowstone: nelle sue profondità il vulcano potrebbe essere diverso da ciò che si era creduto

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Lo United States Geological Survey (USGS) ha condotto uno studio utilizzando la camera del MAGMA, i cui risultati hanno lasciato senza parole gli scienziati di Yellowstone. Questo nuovo studio potrebbe sconvolgere i modelli precedentemente accettati di ciò che si nasconde sotto i supervulcani come Yellowstone.

 

Il nuovo studio cambia i modelli sulle camere magmatiche

Sembra che la camera magmatica del vulcano di Yellowstone assomigli a una rete intricata di tubi e tunnel sotterranei, in cui scorre magma in profondità nella terra. Mentre fino a poco tempo fa si pensava che sotto ai supervulcani vi fosse una sola enorme camera magmatica, simile ad una enorme caverna ricolma di magma fuso ed incandescente.

Questo nuovo studio sfida il modello tradizionale della camera magmatica grazie alla nuova immagine geofisica dei sistemi supervulcano. L’USGS, l’ente responsabile per il monitoraggio del vulcano Yellowstone, afferma che questo nuovo studio avrà quindi un grande impatto sui modelli di previsione delle future eruzioni del vulcano di Yellowstone.

L’USGS ha dichiarato attraverso il Caldera Chronicles che “l’imaging geofisico delle regioni al di sotto dei sistemi vulcanici non ha mai trovato prove concrete della camera magmatica unica. Man mano che ulteriori dati si rendono disponibili grazie a studi geochimici e geofisici, la nostra idea di come appare una camera magmatica continua ad evolversi. Comprendendo come appare il sistema del magma prima di un’eruzione, possiamo iniziare a capire come i serbatoi vulcanici sono costruiti e sostenuti nel tempo”.

Avere maggiori informazioni al riguardo potrebbe aiutare i geologi a monitorare e predire meglio le eruzioni.

 

I nuovi studi potrebbero portare a nuovi modelli di previsione

Secondo gli studi sui supervulcani, il magma sarebbe immagazzinato ad una profondità di molte miglia, in quella che è chiamata “zona di poltiglia”. Si tratta di una regione ampia e semirigida, formata da roccia fusa e cristalli. Questi ultimi compongono circa il 50-70% della zona.

Secondo questo nuovo modello di camera magmatica, le sacche di fusione sono sparse sotto il vulcano e collegate l’una all’altra oppure completamente isolate. Le sacche continueranno ad unirsi per decenni, o secoli, fino a che non si avrà una grande eruzione. Durante un’esplosione, le tasche vengono “intercettate sequenzialmente” mentre la roccia fusa si fa strada verso la superficie.

Secondo l’USGS i corpi di fusione potrebbero non fondersi completamente in profondità e potrebbero invece eruttare da più prese d’aria. Questo spiegherebbe perché non sono mai stati fotografati grandi corpi di fusione, anche se si sono verificate grandi eruzioni in vulcani come Yellowstone.

“Questa conoscenza ha implicazioni importanti per il modo in cui monitoriamo i sistemi vulcanici, specialmente nell’interpretazione dei dati geofisici, poiché ridefinisce ciò che potremmo considerare un serbatoio di magma attivo o eruttibile”.

Per quanto riguarda Yellowstone, i geologi hanno scoperto che l’eruzione della Huckleberry Ridge, una tra le più grandi esplosioni del vulcano, proveniva da quattro tasche separate.

Fortunatamente, recenti studi sui serbatoi di magma del vulcano di Yellowstone non rivelano alcuna prova di sostanziali sacche di fusione nelle sue profondità. Non è quindi prevista al momento nessuna grande eruzione del vulcano.

Valeria Magliani
Valeria Magliani
Instancabile giramondo, appassionata di viaggi, di scoperte e di scienza, ho iniziato l'attività di web-writer perché desideravo essere parte di quel meccanismo che diffonde curiosità e conoscenza. Dobbiamo conoscere, sapere, scoprire e viaggiare, il più possibile. Avremo così una vita migliore, in un mondo migliore.

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