Google Pixel 2 ed iPhone X sono due terminali certamente diversi che operano in contesti diversi, ma accomunati da alcune particolarità specifiche che pongono in essere una certa somiglianza ed una certa affinità anche nel contesto dei problemi che recentemente hanno portato al manifestarsi di un comune senso di sfiducia da ambo le parti, nonostante la promessa di top di gamma dal potenziale davvero inedito.
Dal punto di vista hardware, in particolare, si ha a che fare con soluzioni di visualizzazione realizzate secondo il modello OLED Screen. Nonostante i due protagonisti condividano la medesima implementazione tecnica si è comunque in presenza di soluzioni diversificate provenienti da produttori ben definiti.
Il display Google Pixel 2 XL è realizzato da LG Display, mentre quello che equipaggia le unità del decennale iPhone contano sul supporto fornito dal costruttore Samsung Electronics in relazione agli OLED Super Retina HD. Fatte queste premesse, quale sarà l’assoluto vincitore del comparto Visual Display Mobile top di gamma di questo 2017? Scopriamolo subito.
La tecnologia OLED (Organic Light Emitting Diode) sfrutta un principio secondo il quale le componenti sono in grado di emettere luce propria e che, dunque, non richiedono fonti di luce esterna come le soluzioni LCD (Liquid Crystal Display). Ciò consente la realizzazione di display molto sottili, energeticamente meno impegnativi e pronti per l’assegnazione ai comparti smartphone pieghevoli et similia.
In aggiunta, gli OLED consentono di avere sistemi di visualizzazione che offrono chiaramente miglior rapporto di contrasto, ampio angolo di visione, tempi di risposta più rapidi e colori più saturi. Il rovescio della medaglia si fa corrispondere invece ai costi di produzione più elevati ed a una minora durabilità nel tempo.
Il confronto delle soluzioni iPhone 8 LCD con gli OLED delle controparti iPhone X mette in chiara luce le marcate differenze tra le due tecnologie in gioco. Tecnologie che nel caso di iPhone 8 si avvicinano molto all’esperienza visiva delle soluzioni Google Pixel 2 XL equipaggiate con sistemi p-OLED rispetto alle controparti in-house con Super Retina HD Display.
Per quanto concerne il confronto Pixel 2 XL – iPhone X la riproduzione del colore ad occhio nudo appare praticamente identica. La soluzione prospettata da Google per i suoi Pixel 2 XL offre colori meno saturi rispetto ad iPhone X, sebbene quest’ultimo si ponga ancora a notevole distanza dalle controparti Samsung Mobile per i loro sistemi di visualizzazione.
In tempi recenti il team di sviluppo software di Mountain View ha migliorato la situazione concedendo in uso un opportuno aggiornamento che ha provveduto ad eliminare i fastidi causati da un’ottimizzazione scarna del comparto software inizialmente previsto dalle nuove release di sistema.
La resa cromatica delle proposte OLED è fortemente discriminante su angoli importanti ed in ben specifiche condizioni di utilizzo determinate dalla stessa Apple nella sua documentazione ufficiale di supporto rilasciata alla vigilia della commercializzazione delle sue nuove unità.
Per Pixel 2, in particolare, si osserva la marcata presenza di un alone blu che rappresenta, di fatto, la più coerente differenza con il diretto concorrente in gioco. Le immagini che possono essere apprezzate dai video che seguono mostrano tuttavia chiaramente come, nonostante questo deficit, siano proprio le soluzioni Pixel 2 ad avvicinarsi ad una ricostruzione reale e sicuramente più accurata dell’immagine. Raymond Soneira, presidente DisplayMate Technologies, ha così definito le soluzioni a display iPhone X:
“Ciò che rende l’iPhone X lo smartphone con il miglior display del mercato è l’impressionante dettaglio di calibrazione dei parametri di visualizzazione che Apple ha sviluppato. Sistemi che trasformano l’hardware OLED in un display decisamente accurato, ad alte prestazioni e splendido, vicino alla calibrazione ed alla perfezione operativa”
Apple ha disposto il supporto alla gamma cromatica DCI-P3 a bordo delle due unità top-level del decennale, concedendo in uso delle soluzioni che riportano ad un picco di luminosità massima rilevata di 625nits. Google, dal canto suo, vanta una copertura del 100% del medesimo spazio colore, sebbene i rapporti indichino una minore luminosità d’uscita. La differenza, in questo caso, non è pienamente apprezzabile ed entrambe le soluzioni si pongono pertanto sul medesimo piano in relazione alle performance ed alla fedeltà offerta.
Google ha concesso in uso unità di visualizzazione in grado di replicare con fedeltà le scene reali a scapito di colori meno accentuati. Ad ogni modo, la società ha perso fin troppo tempo nell’implementazione di una soluzione che lascia il posto ad un profilo colore sRGB che si somma al riferimento bluastro del pannello.
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