Recensione Crysis Remastered Trilogy: grafica ed azione al passo coi tempi

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Crysis Remastered Trilogy è la versione rimasterizzata di una delle serie che hanno fatto letteralmente la storia dei FPS, sviluppata dallo studio tedesco Crytek, entrato nel settore nel 2004 con il lancio di Far Cry, è disponibile per tutte le console, oltre che PC, ad un prezzo di listino di 49,99 euro (i capitoli sono anche acquistabili singolarmente a cifre inferiori).

 

Trama

Il protagonista di tutta la trilogia non è un personaggio, ma più precisamente la cosiddetta nanotuta, indossata da Prophet, Nomad e Alcatraz, tutti sapientemente collegati ed inseriti in un costrutto narrativo abbastanza lineare ed integrato nel gameplay. Le ambientazioni e la trama in sé non sono state assolutamente modificate, il primo episodio è localizzato nell’isola delle Lingshan (anno 2020), il compito del personaggio sarà di liberare una squadra di scienziati intrappolati dall’esercito nordcoreano, combattendo con creature spaventose e cercando di capire la portata della scoperta del dottor Rosenthal.

In Crysis 2, invece, l’ambientazione si sposta direttamente a New York nell’anno 2023, la città è stata devastata letteralmente da un potentissimo attacco alieno (una sorta di calamari giganti), Prophet viene contaminato dalle spore, per questo passa il testimone (e la nanotuta) ad Alcatraz, un giovane marine ormai spacciato, il cui compito sarà quello di respingere i nemici una volta per tutte, seguendo le direttive del dottor Gould.

L’ultimo episodio, quale è appunto Crysis 3, compie un salto temporale incredibile, arrivando addirittura al 2047, restando però sempre a New York. La città si ritrova coperta da una nanocupola, con ambientazioni completamente differenti tra di loro, nelle quali vediamo il ritorno di Prophet, tutte raccolte nei vari quartieri. Nonostante siano trascorsi 14 anni dal primo capitolo, il costrutto è ancora eccellente, la storia è perfettamente raccontata, coinvolgente con alti e bassi nei vari episodi, ma attuale.

 

Grafica

Il comparto su cui il team di sviluppo ha lavorato maggiormente è, come in tutte le remastered, quello grafico, svecchiando moltissimo i titoli, per sfruttare i nuovi motori grafici e proporre un’esperienza al passo con i tempi.

Crysis era il capitolo su cui si sentiva una maggiore necessità di lavoro, grazie all’utilizzo del CryEngine, il risultato finale è sicuramente piacevole. Gli sviluppatori hanno introdotto il ray tracing, il supporto all’HDR, nonché una illuminazione dinamica, ombre e fluidi maggiormente definiti. Un comparto tecnico che ancora oggi dimostra l’eccellente lavoro svolto all’epoca, essendo ambientato su un’isola, i paesaggi sono ancora più piacevoli, l’illuminazione è invece gestita molto bene.

L’ambientazione di Crysis 2 è stata migliorata moltissimo, entro certi limiti strutturali proprio dell’essere una città. Le texture sono decisamente più realistiche e definite, i dettagli sui volti dei soggetti sono al passo con un gioco del biennio 2019/2020, molto buone le animazioni, la gestione delle luci (con ray tracing su PC) e dell’HDR, senza dimenticarsi di ombre precisissime. L’unico handicap lo abbiamo forse notato nella gestione del fuoco e delle esplosioni, in alcune occasioni si nota uno stacco forte rispetto al contorno, in termini proprio di qualità.

Crysis 3, forse anche per il suo essere il più recente, offre un qualità superiore ad entrambi i precedenti. Lo scenario è decisamente più ricco, i dettagli sono sempre più precisi, ed il lavoro svolto dagli sviluppatori è stato meno impegnativo, proprio perché di base il titolo può ancora essere giocato oggi senza notare una qualità troppo bassa. Gli effetti, l’HDR, le texture migliorate e la definizione della remastered, lo rendono ancora più immersivo e ben fatto. Il fuoco e le esplosioni sono invece gestite meglio del capitolo precedente.

Che dire, Crytek è stata assolutamente in grado di migliorare moltissimo tutta la trilogia, estendendone la vita anche su console di nuova generazione, con scelte oculate e accurate, senza cali di frame rate degni di nota.

 

Gameplay

Il gameplay non è stato modificato dagli sviluppatori, garantendo all’utente l’esperienza genuina dei vecchi Crysis, e nel contempo lanciando un forte messaggio, ancora oggi sono innovativi ed in grado di soddisfare i giocatori. Ma vediamoli rapidamente uno ad uno.

In Crysis, nella nostra prova su Xbox Series S, abbiamo avuto delle piccole difficoltà nella rotazione dell’inquadratura, l’input non veniva riconosciuto sempre alla perfezione, e presentava un ritardo nella rotazione, con alcuni minuti di pratica si è superato l’handicap. Avendo indosso la nanotuta, il personaggio può compiere una serie di azioni inedite per i normali esseri umani, come correre velocissimi, saltare molto in alto, oppure attivare le modalità occultamento e corazza. Un gameplay decisamente variegato, con enormi possibilità di approccio alle scene, date le meccaniche stealth e la possibilità di muoversi quasi liberamente negli ambienti, impreziosito da potenziamenti delle armi e della tuta; un’esperienza molto simile al vecchio Far Cry, prodotto appunto dalla stessa Crytek.

Crysis 2 segna invece un’importante inversione di tendenza, le ambientazioni sono più piccole ed il percorso è maggiormente stabilito, in altre parole la libertà d’azione è ridotta. Gli approcci sono limitati, dimostrando la propria anima di FPS classico, in cui c’è poco da ragionare e tanto da sparare. Maggiori personalizzazioni sono state aggiunte alla nanotuta e alle armi, con potenziamenti da acquistare di volta in volta. In questo caso non abbiamo notato difficoltà nella mira o spostamento dell’inquadratura.

L’ultimo capitolo lo possiamo considerare come il giusto compromesso tra i precedenti, in questo caso la possibilità di spaziare all’interno del livello è migliorata, sebbene sia ancora ridotta rispetto al Crysis originario, offrendo nuovamente agli utenti di giocare secondo il proprio stile, con meccaniche stealth a gogo, se necessario. Queste sono state impreziosite dalla presenza di una nuova arma, stiamo parlando dell’arco, il quale permette tantissime uccisioni silenziose e amplia ancora di più gli approcci.

 

Crysis Remastered Trilogy: conclusioni

In conclusione Crysis Remastered Trilogy è la raccolta che non deve mancare nella libreria degli amanti degli FPS o dei nostalgici dei titoli del passato. I miglioramenti grafici sono stati notevoli, incredibile il lavoro svolto dagli sviluppatori, i quali non hanno voluto toccare, giustamente, gameplay e trama.

Se non vi eravate mai affacciati al mondo di Crysis, potrebbe essere il momento giusto per provare un’esperienza assolutamente inedita e migliorata; dall’altro lato della medaglia troviamo solamente una piccola difficoltà nel primo capitolo, almeno su Xbox Series S, nel mirare correttamente con le armi.

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