Death’s Door è stato uno degli indie che hanno maggiormente segnato il mondo videoludico mondiale, lanciato a Luglio 2021 in esclusiva per Xbox e PC, ha raggiunto il 23 novembre anche la console di casa Sony e Nintendo Switch, confermando di essere una bellissima sorpresa. Realizzato da Acid Nerve, e pubblicato da Devolver Digital, viene proposto ad un prezzo di listino di soli 19,99 euro; scopriamolo assieme nella recensione completa.
Trama
La storia alle spalle di Death’s Door si discosta profondamente dai canoni a cui siamo solitamente abituati, l’ambientazione è il mondo “di mezzo”, esattamente al centro tra quello dei vivi e dei morti, abitato interamente da corvi. All’interno della Hall of Doors, si trovano i cosiddetti corvi mietitori, ovvero esseri con lo scopo di recuperare le anime assegnate, per accompagnarle nell’Oltretomba.
Noi impersoniamo uno dei suddetti, al quale è stata assegnata una Giant Soul, un’anima molto diversa da ogni altra che si sia mai vista, potentissima e sopratutto preziosa. Tutto sembra andare per il verso giusto, la riusciamo ad individuare, ma nel clou della vicenda, veniamo tramortiti e l’anima viene sottratta. A questo punto inizia l’avventura, dovremo inseguire il ladro, addentrandoci in un mondo ignoto e sconosciuto, ricco di trappole, imprevisti e di obiettivi diversi da quelli iniziali.
Non ci addentriamo per evitare spoiler di alcun tipo, tuttavia apprezziamo la profondità ei temi su cui si sono voluti focalizzare gli sviluppatori (paura di morire, immortalità o destino), portando il giocatore ad una profonda riflessione, sebbene non sia l’obiettivo principale dell’esperienza proposta. La narrazione è fluida, ben realizzata e con dialoghi mai troppo banali, peccato sia solo in lingua inglese.
Grafica
Artisticamente Death’s Door non è originale, né unico nel proprio genere, tuttavia la realizzazione appare sin da subito curata e dettagliata, con definizioni precise in ogni singola area o oggetto che si incrocia nell’avventura. L’assenza di ricerca di originalità, viene compensata dall’ambientazione e dalla cura dei dettagli, creando ugualmente un coinvolgimento generale che convince ed ammalia sin dalle prime battute.
Nella nostra prova su Xbox Series X siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla fluidità dell’esecuzione, il frame rate si è sempre mantenuto costante e senza sbavature o rallentamenti. Il sonoro è azzeccato per l’esperienza offerta, riesce a seguire il ritmo dell’avventura, variando perfettamente in relazione alla zona che si sta attraversando o al possibile pericolo. Lo stile cartoon con tinte pastello piace proprio per la sua semplicità.
Stile di gioco
Death’s Door viene definito dagli stessi sviluppatori un action GDR, sebbene di gioco di ruolo abbia ben poco; le abilità di base (magia, destrezza, velocità e attacco) seguono una eccellente progressione in relazione al numero di anime utilizzate, senza però affrontare la profondità caratteristica dei titoli dello stesso tipo. Il numero di armi è limitato, tuttavia non se ne è sentita la mancanza; forse è troppo poca la differenza le une dalle altre, in termini di resa finale.
Le fasi di gioco sono sostanzialmente di tre tipi: combattimento, enigmi e esplorazione. Le ultime due appaiono ben congeniate e studiate, con un level design accurato e particolarizzato, ma con una certa monotonia di fondo. Gli sviluppatori hanno cercato di variare il più possibile le scene, riuscendoci solamente in parte. Ogni area termina con la boss fight, per sbloccare la porta di accesso, sarà necessario accompagnare varie anime nell’Oltretomba previo scontro o risoluzione di enigmi. Questi non sono mai troppo complessi, sono semplici e facilmente risolvibili, con una discreta progressione generale.
Gameplay e Combattimento
Il fulcro centrale dell’intera avventura è rappresentato dal combattimento, un sistema che appare molto semplice, ma in grado di nascondere insidie importanti anche per gli utenti più navigati. La differenziazione dei nemici è molto buona, con abilità particolari, potenziamenti e simili, impreziosita da una realistica influenza ambientale (ad esempio possono essere presenti trappole, pavimenti inclinati, scivolosi o appigli difficili da recuperare). In caso di morte si tornerà all’ultimo checkpoint, con l’intera dotazione di oggetti, abilità e armi. Le difficoltà maggiori sono legate alla poca “vita” a disposizione, o al recupero della stessa; questi consiste nell’utilizzo di un fiore di una pianta, sbocciata dal seme che è possibile piantare una sola volta per area.
Il gameplay è complessivamente ottimo e privo di difetti particolari, se non per l’assenza di una mappa. I potenziamenti del corvo sono importanti per il prosieguo dell’esperienza, tuttavia in alcune occasioni è necessaria una certa magia per sbloccarli; nel caso in cui non la si possieda, sarà necessario tornare in un secondo momento (da qui favorisce il backtracking). Il problema sta nel ricordarsi l’esatta posizione, appunto data l’assenza di una mappa specifica.
Death’s Door: conclusioni
In conclusione Death’s Door è indubbiamente una piccola gemma nel mare del mondo videoludico, impreziosita da un sistema di combattimento più che adeguato, affiancato da enigmi all’altezza della situazione, ed una esplorazione favorita dalla presenza di scorciatoie e tantissimi segreti. L’ottimo level design permette di andare oltre la monotonia di fondo dell’esperienza, con una longevità in linea con le aspettative.
Dall’altro lato della medaglia sentiamo solamente l’assenza di una mappa per il backtracking, non è essenziale possedere tutte le abilità, magie o potenziamenti, però per coloro che vorranno “platinare” il gioco, sono elementi imprescindibili.